Offrire la possibilità agli immigrati che hanno richiesto protezione internazionale e accolti nella provincia di Padova di svolgere attività di volontariato a beneficio delle comunità che li ospitano. È quanto prevede il protocollo che sarà siglato stamattina in Prefettura fra il Prefetto Patrizia Intesa e i sindaci dei Comuni di Este, Battaglia Terme, Baone e Due Carrare con le cooperative Ecofficina Educational, Percorso Vita e Villaggio Globale che gestiscono i centri di accoglienza per gli immigrati. Un'iniziativa che consentirà agli immigrati di svolgere, se lo desiderano ed a titolo gratuito, attività di volontariato in ambito sociale, civile e culturale all'interno di progetti specifici condivisi con le amministrazioni locali. Un modo per impegnare gli immigrati e anche sedare eventuali tensioni che derivano dall'inattività nei centri di accoglienza.
Tensioni che sono sfociate anche nella "guerra del cibo" che ha preso avvio a Este lunedì scorso dove gli immigrati hanno rallentato notevolmente il traffico sulla regionale 10 per protestare contro la scarsità e la qualità del menù. Una manifestazione che ha suscitato le ire del sindaco Giancarlo Piva che aveva chiesto l'espulsione dei tre migranti che avevano fomentato la rivolta e che sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza di Padova, ossia la tendopoli all'interno dell'ex caserma Prandina. Due di loro ieri, però, hanno già fatto ritorno ad Este dove la cooperativa Ecofficina, che gestisce la struttura di Este e anche quella di Padova, ha organizzato un pranzo aperto per far assaggiare qualità e quantità del cibo servito. Lamentele per il cibo sono state più volte ribadite anche dagli ospiti della Prandina dove ieri sono approdati un'altra trentina di immigrati. Martedì sera le circa 300 persone ospitate nella tendopoli hanno cenato con pollo al curry, contorno di riso e verdure. Il menù quotidiano della tendopoli è studiato da un dietista e prevede a colazione 200 cc di latte, pane a fette, crema di nocciole e marmellata, tre biscotti o crakers non salati. A pranzo 220 grammi di pasta o riso, carne di vario tipo (1,30 etti senza osso o 1,80 con l'osso a cotto), 145 grammi di verdure miste, 60 grammi di pane, frutta fresca e, due volte la settimana, dolce o yogurt. La cena ricalca il pranzo ma durante il giorno gli immigrati possono chiedere degli spuntini. Alla Prandina i pasti arrivano da un catering esterno ma in alcune strutture ci sono la cucina e un cuoco addetto alla preparazione del cibo.
L'accoglienza non prevede solo il conforto fisico ma anche il benessere psicologico degli immigrati che vengono assistiti da psicologi, com'è accaduto ad Este per capire le motivazioni che hanno spinto alla protesta. Al centro di prima accoglienza di Padova operano psicologi per assistere le persone che arrivano in Italia dopo esperienze traumatiche da superare ma il colloquio con lo psicologo serve anche agli operatori della cooperativa per capire meglio lo stato emotivo e le esigenze degli ospiti in modo da prevenire possibili litigi o risse dovute alla convivenza di così tante persone.
Tensioni che sono sfociate anche nella "guerra del cibo" che ha preso avvio a Este lunedì scorso dove gli immigrati hanno rallentato notevolmente il traffico sulla regionale 10 per protestare contro la scarsità e la qualità del menù. Una manifestazione che ha suscitato le ire del sindaco Giancarlo Piva che aveva chiesto l'espulsione dei tre migranti che avevano fomentato la rivolta e che sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza di Padova, ossia la tendopoli all'interno dell'ex caserma Prandina. Due di loro ieri, però, hanno già fatto ritorno ad Este dove la cooperativa Ecofficina, che gestisce la struttura di Este e anche quella di Padova, ha organizzato un pranzo aperto per far assaggiare qualità e quantità del cibo servito. Lamentele per il cibo sono state più volte ribadite anche dagli ospiti della Prandina dove ieri sono approdati un'altra trentina di immigrati. Martedì sera le circa 300 persone ospitate nella tendopoli hanno cenato con pollo al curry, contorno di riso e verdure. Il menù quotidiano della tendopoli è studiato da un dietista e prevede a colazione 200 cc di latte, pane a fette, crema di nocciole e marmellata, tre biscotti o crakers non salati. A pranzo 220 grammi di pasta o riso, carne di vario tipo (1,30 etti senza osso o 1,80 con l'osso a cotto), 145 grammi di verdure miste, 60 grammi di pane, frutta fresca e, due volte la settimana, dolce o yogurt. La cena ricalca il pranzo ma durante il giorno gli immigrati possono chiedere degli spuntini. Alla Prandina i pasti arrivano da un catering esterno ma in alcune strutture ci sono la cucina e un cuoco addetto alla preparazione del cibo.
L'accoglienza non prevede solo il conforto fisico ma anche il benessere psicologico degli immigrati che vengono assistiti da psicologi, com'è accaduto ad Este per capire le motivazioni che hanno spinto alla protesta. Al centro di prima accoglienza di Padova operano psicologi per assistere le persone che arrivano in Italia dopo esperienze traumatiche da superare ma il colloquio con lo psicologo serve anche agli operatori della cooperativa per capire meglio lo stato emotivo e le esigenze degli ospiti in modo da prevenire possibili litigi o risse dovute alla convivenza di così tante persone.
