Il record di rifugiati è a Battaglia, il sindaco: «Ma l'Alta non si tocca»

Martedì 7 Luglio 2015
È Battaglia Terme a detenere il primato provinciale di profughi ospitati rispetto alla popolazione. Sono un centinaio fra l'appartamento di viale Roma, l'albergo Al Catajo e l'hotel Terme Euganee. «Siamo strapieni, non ci sono altri spazi disponibili», commenta il sindaco Massimo Momolo. Secondo il primo cittadino «il Comune è sempre tenuto all'oscuro di tutto. Una cosa fa però riflettere: nessun paese dell'Alta Padovana sta ospitando profughi. Troppo facile scaricare questa patata bollente». A Mezzavia di Due Carrare risiedono invece 32 profughi.
Nell'Estense ci sono circa 70 profughi, in strutture private. I salesiani dell'istituto Manfredini di Este ne gestiscono una trentina. Altri 10 sono in una casa della parrocchia del Duomo, grazie a una cooperativa. A Rivadolmo, frazione di Baone, ce ne sono altri 15: fanno capo a "Percorso vita" di don Luca Favarin e sono rifugiati politici. Altri due gruppi di 14 persone sono in abitazioni private, affittate da cooperative, a Stanghella e Villa Estense. I sindaci della Bassa sono contrari a estendere l'ospitalità agli ospedali dismessi.
Il Comune di Monselice è uno dei pochi enti della provincia in cui è stata data accoglienza ai profughi in una struttura comunale: il cinquecentesco Venetian Hostel di via Santo Stefano. E, dato che l'amministrazione di Francesco Lunghi è di centrodestra, la cosa fa discutere. Il sindaco ha però più volte puntualizzato: «Premetto che ad oggi il Comune non ospita alcun profugo. La gestione dell'accoglienza è interamente a carico della cooperativa e da parte nostra non abbiamo alcuna intenzione di accogliere nessuno». Sono una cinquantina ad essere ospitati nell'ostello di via Santo Stefano. È ancora balletto di cifre invece sul numero di profughi nella villa in via Abate Barbieri a Torrreglia, di un privato. «Quell'immobile - dichiara il sindaco Filippo Legnaro - non ne può ospitare più di 26. La cooperativa sociale Ecofficina dichiara invece che ve ne sono 47: la situazione non è chiara. Potremmo anche impegnarci come Comune nel trovare altre soluzioni se il numero fosse inferiore alla trentina. Ma la Prefettura deve capire che deve esserci un'equa ripartizione fra le comunità».
È dall'autunno che la Casa di accoglienza San Domenico Savio della parrocchia di Rovolon, gestita dall'associazione "Per un sorriso", accoglie una quindicina di profughi. A Sarmeola di Rubano è una novantatreenne ad aver affittato la sua abitazione alla cooperativa "Percorso Vita" di don Favarin. Qui sono una decina i profughi accolti. E altri venti alloggiano nella Casa di Abramo a Bosco, della cooperativa Città Solare. Sulla questione dei profughi il sindaco del Pd di Vigodarzere Francesco Vezzaro resta sulla posizione espressa all'indomani della notizia del probabile arrivo di 100 profughi nell'ex base dell'aeronautica, quando aveva minacciato le dimissioni. «Non possono decidere senza interpellare il Comune ed il sindaco, l'accoglienza va coordinata e gestita e non imposta». Circa 45 migranti si trovano poi tra Terrassa e Bagnoli di Sopra.
L'eccezione: in nessun comune dell'Alta Padovana è previsto l'arrivo di profughi.
(Hanno collaborato Camilla Bovo, Francesco Cavallaro, Michelangelo Cecchetto, Ferdinando Garavello, Eugenio Garzotto, Lorena Levorato, Barbara Turetta)

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