Due testimoni confermano il verbale della pattuglia

Mercoledì 20 Agosto 2014
La ricostruzione dei fatti compiuta dalla polizia municipale ha trovato riscontri oggettivi negli accertamenti dei carabinieri. Si è quindi sgonfiato il castello di accuse lanciate da Presley Oviawe, il quarantanovenne nigeriano dipendente di una cooperativa che opera in Fiera. L'immigrato sosteneva di essere stato picchiato da un paio di vigili, intervenuti su richiesta del conducente di un autobus Aps per un biglietto obliterato in maniera non corretta. Razzismo Stop aveva persino organizzato un corteo dalla stazione al comando dei vigili in segno di solidarietà. Due testimoni inchiodano invece Oviawe alle sue responsabilità. Sono stati loro a notare il nigeriano mentre picchiava volontariamente la testa contro un'inferriata. Si sarebbe quindi trattato di atti di autolesionismo e non di un pestaggio ad opera degli agenti. Ora la Procura si appresta a presentare il conto all'omone di colore, con un passato da buttafuori. Oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e calunnia. Queste le tre imputazioni da cui dovrà difendersi in tribunale. Il pubblico ministero Benedetto Roberti gli ha notificato l'avviso di conclusione indagini. Trascorsi i venti giorni di rito per eventuali riti alternativi o interrogatori, scatterà automatica la richiesta di rinvio a giudizio. Contro di lui potranno costituirsi parte civile sia l'autista di Aps che i due agenti della polizia locale.
Lo spiacevole episodio risale al 9 aprile scorso. Presley Oviawe avrebbe oltraggiato il conducente del bus numero 22 Angelo D. Alla richiesta di esibire il biglietto dell'autobus il nigeriano gli avrebbe risposto a suon di improperi invitandolo a stare zitto e pensare soltanto alla guida. Neanche l'arrivo dei due verificatori di Aps era servito a calmare il viaggiatore sprovvisto di biglietto. Al punto che si era reso necessario l'intervento di una pattuglia dei vigili urbani. Il 49enne sarebbe sceso dall'autobus cercando di allontanarsi ma gli agenti gliel'avrebbero impedito. In quel frangente sarebbe avvenuta la colluttazione. Alla richiesta di esibire i documenti Oviawe si sarebbe abbassato compiendo una rotazione sulla destra e colpendo la vigilessa Marta C. al fianco. Avrebbe nuovamente provato a fuggire ma sarebbe stato rincorso e acciuffato dall'agente Stefano D.L. che l'avrebbe addossato ad un'inferriata. A quel punto il nigeriano avrebbe sbattuto più volte il capo contro la stessa inferriata ferendosi gravemente. Avrebbe poi inarcato la schiena e picchiato il vigile sul viso con il braccio destro ed il gomito. L'agente aveva riportato contusioni di vario tipo ed una cervicolombalgia con prognosi di due settimane mentre la collega Marta C. se l'era cavata in sette giorni. Soltanto grazie all'intervento di altri agenti era stato possibile ammanettare l'immigrato. Oltre che della resistenza a pubblico ufficiale Presley Oviawe dovrà rispondere di calunnia per aver incolpato i vigili di averlo picchiato, di averlo costretto a stendersi pancia a terra e di essersi seduti sopra di lui. Le accuse del nigeriano sono contenute nella querela depositata il giorno dopo lo spiacevole episodio, e ribadite il 3 giugno nel corso dell'interrogatorio davanti ai carabinieri del comando di via Rismondo.

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