Divieti anti-degrado, l'opposizione abbandona l'aula

Martedì 30 Settembre 2014
Come era ampiamente previsto, il nuovo regolamento di Polizia urbana ieri sera ha infiammato il consiglio comunale. E alle 23,15 il centrosinistra ha abbandonato per protesta l'aula. Un clima incandescente che è deflagrato verso le 23 quando il capogruppo del Pd Umberto Zampieri, quello di Padova 2020 Francesco Fiore e quello della civica di Rossi Jacopo Silva si sono piazzati davanti allo scranno del sindaco Massimo Bitonci e del presidente del consiglio Roberto Marcato. Motivo della protesta? Dopo una pausa di 15 minuti, all'appello mancavano due consiglieri necessari per il numero legale. Consiglieri che però, secondo Marcato, erano riusciti ad entrate in aula. Da qui la contestazione del centrosinistra. Un contestazione durante la quale non sono mancate neppure offese personali. Verso le 23 e 15 però sono ripartiti i lavori. Una circostanza che ha fatto uscire dall'aula Pd e Padova 2020 (i grillini sono rimasti). «Stasera si cerca di far approvare delle nuove regole in un clima di assoluta illegalità. Il numero legale non c'era e i lavori dell'aula non possono proseguire, per questo ce ne andiamo», ha polemizzato il capogruppo del Pd Umberto Zampieri.
La discussione del dispositivo ha avuto però una partenza soft. L'assessore alla Sicurezza Maurizio Saia ha preferito iniziare con il freno a mano tirato. «Nell'elaborare il regolamento ci siamo ispirati a città come Torino, Firenze, Bologna e Vicenza - ha spiegato - Dirò di più, Ivo Rossi l'anno scorso aveva provato a modificare il precedente regolamento, ma per motivi politici non ci è riuscito. Noi abbiamo preso ispirazione anche da quel testo. Nel regolamento ci saranno sanzioni diverse per l'accattonaggio molesto e per quello semplice. Per quel che riguarda il commercio abusivo abbiamo deciso di multare anche i clienti. Per il decoro abbiamo vietato i barbecue nelle aree verdi». Una mano tesa che però non ha convinto Fiore: «Quando non si riesce a far rispettare le leggi, per buttare fumo negli occhi, s'inventano nuove regole. Se Padova diventa la città dei divieti, il danno per il turismo sarà inevitabile. Perché non si può divertire chi non ha 5 euro per lo spritz? Perchè vietare ai ragazzi di sedersi per terra? Io la domenica voglio vedere nei parchi le famiglie, anche quelle straniere che si fanno la grigliata, non gli spacciatori». All'attacco anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giuliano Alvilla: «In virtù di questo regolamento sarete costretti a multare anche Babbo Natale perché sarà vietato trasportare un sacco in spalla». Polemico il democratico Gianni Berno: «Non siano d'accordo sul divieto all'elemosina, va distinto l'accattonaggio molesto da chi per povertà chiede ai passanti una moneta». Argomentazioni che non hanno per nulla convinto la leghista Mariella Mazzetto: «Sembra che il centrosinistra rivendichi orgogliosamente il degrado. Mi pare evidente che i padovani alle ultime elezioni vi abbiamo bocciato». La discussione è scivolata fino a tarda notte. In tutto sono stati presentati 60 emendamenti. Il sindaco ne ha accolti due. Il primo presentato dal democratico Enrico Beda e dalla compagna di partito Margherita Colonnello che va a modificare i divieti sulla sosta delle bici. Bici che se non creano intralcio o degrado potranno essere legate anche al di fuori delle rastrelliere. Il secondo, presentato da Altavilla, che concede di sdraiarsi nei parchi pubblici, negli argini e in generale nelle aree verdi.

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