Coda del processo, cinque anni dopo

Mercoledì 29 Luglio 2015
(C.A.) Cinque anni fa l'inchiesta sui container di rifiuti non pericolosi spediti in Cina con carte false. Un vero terremoto per l'Ecosol Friuli Srl di San Quirino, l'azienda dell'imprenditore Ugo Sandre. Si ritrovò commissariata e con una quindicina di indagati tra dipendenti, collaboratori e clienti. I carabinieri del Noe si erano mossi sulla base di una segnalazione anonima e, dopo gli accertamenti compiuti tra il gennaio e febbraio 2010, ipotizzarono un giro di rifiuti di plastica provenienti da aziende agricole della pianura Padana, circa 80mila chilogrammi a settimana, movimentati con il sistema del cosiddetto "giro bolla", usato dalle aziende per dichiarare il falso su quantità o tipologia di rifiuti da smaltire.
I reati contestati riguardavano formulari fittizi, conferimento di rifiuti in un'altra azienda senza previo trattamento, ovvero la pressatura. Soltanto a tre imputatu si contestava tre imputati l'esportazione di rifiuti. I reati sono di competenza della Dda di Trieste, dove si è celebrata l'udienza preliminare e sono state definite la maggior parte delle posizioni, ormai un anno fa.
Una coda del processo è arrivata in Tribunale a Pordenone, dove ieri in aula c'era il pm antimafia Giorgio Milillo. Gli ultimi imputati rimasti sono Giovanni Salamina, all'epoca residente a Roveredo in Piano, collaboratore per il settore commerciale e Adriano Pilotto di Galliera Veneta, amministratore della Pilotto Fibre. Sono gli unici rinviati a giudizio. Non hanno scelto riti alternativi perchè sono intenzionati a dimostrare che non hanno nulla a che fare con il sistema del "giro bolla".
In sei hanno invece patteggiato a Trieste ottenendo la sospensione della pena. Giovanni Bacchi, di Cento (Ferrara), intermediario, processato con rito abbreviato, è stato assolto. Gli altri imputati sono usciti dal processo con un'oblazione.

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