Bitonci infuriato: «È inaccettabile»

Venerdì 3 Luglio 2015
(Ni.Co.) La sistemazione dei 20 migranti all'ex caserma Prandina ha mandato su tutte le furie sia il sindaco Massimo Bitonci, che l'assessore Saia, secondo i quali, tra l'altro, da ieri ci sono altri 150 profughi che non hanno trovato sistemazione e che quindi vagano per Padova. «Il mio ruolo - scrive il primo cittadino in una nota - è quello di prendere decisioni per il futuro della città. Il programma votato prevede la realizzazione alla Prandina del parcheggio che, da anni, residenti, commercianti, operatori del turismo e tutti i padovani chiedono. Le procedure sono state avviate da tempo e volgono al termine. Oggi però il progetto rischia di essere interrotto dall'incapacità del Governo di gestire l'emergenza immigrazione». «Dove noi volevamo un'area di sosta per le auto - dice ancora Bitonci - Alfano ha deciso di parcheggiare i profughi: alla Prandina, infatti, ora staziona un pullman di clandestini, controllato dalle Forze dell'ordine, sottratte ad altri impegni. Dove trascorreranno la notte i nuovi arrivati: in pullman? Per terra? Nelle baracche fatiscenti che sono all'interno dell'area? Non esistono le condizioni igienico sanitarie perché un essere umano possa rimanere all'interno dell'ex Caserma, che è priva di servizi. Da responsabile della salute dei padovani non posso accettare una soluzione come quella indicata dalla Prefettura. Di queste persone non conosciamo né l'identità, né lo stato di salute». «Ci hanno segnalato ancora Bitonci - che tre pullman pieni di clandestini, dopo aver vagato per la città, si sarebbero fermati in un parcheggio di via Longhin e le persone trasportate sarebbero semplicemente state fatte scendere. Questo significa che ci sono in giro per la città circa 150 extracomunitari di cui non conosciamo intenzioni, fedina penale e salute». «La situazione è insostenibile - rincara Saia -. E siamo solo all'inizio, perché tutti i giorni arriveranno profughi che non si sa dove collocare. La responsabilità è del governo e di chi lo rappresenta sul territorio. E c'è anche un problema di carattere sanitario in quanto i migranti, come dicono i sindacati di polizia, vengono visitati sommariamente "a vista", con il rischio di mettere a repentaglio la loro stessa salute, oltre che quella dei poliziotti e dei cittadini italiani. La situazione è di totale anarchia. Fino a un anno e mezzo fa con il questore Montemagno fioccavano le espulsioni e la città era sotto controllo. Oggi, con sforzi 10 volte superiori si cerca di svuotare il mare con il cucchiaino. Ricordo infine che dalla Prandina sono stati fatti sgomberare gli accampamenti dei romeni, perché non c'erano le condizioni per farli stare lì, in pieno centro, senza gabinetti, acqua e docce. Per non parlare dei 40 poliziotti in assetto anti sommossa utilizzati per la sorveglianza e sottratti ad altri servizi per il controllo del territorio».
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