Bando profughi: 4 cooperative in gara per l'accoglienza

Sabato 26 Luglio 2014
È stata una settimana delicata e piena di tensioni quella sul fronte dei profughi. La necessità di dividere sul suolo nazionale i migranti salvati con le navi della Marina ha portato alla riunione di mercoledì a Venezia, quando il prefetto Cuttaia ha chiesto collaborazione ai sindaci e ai prefetti del Veneto per l'accoglienza dal momento che la quota di spettanza al Veneto sembrava già essere stata decisa. Il no deciso dei sindaci, quello di Bitonci in testa ha costretto ad una precipitosa frenata, prima di tutto sulla circostanza di aprire nelle caserme in disuso (si parlava di due a Padova) i centri di smistamento, e poi sull'idea di far affluire comunque un numero massiccio di immigrati.
La verità è che in questa settimana a Padova, fino a ieri alle 14 non è arrivato nessuno. Parola della Prefettura. Una trentina sono coloro che potrebbero arrivare nelle prossime ore. Gli ultimi profughi giunti sono quelli di venerdì 18 (i 53 che sono stati ospitati fra la città e la Provincia dalla diocesi e da cooperative). Ma appena arrivano si rifocillano e ripartono, quasi tutti. Hanno altri obiettivi e contatti, il loro sogno è il nord Europa. È per questo che attualmente sono solo una settantina coloro che hanno deciso di rimanere ed entrare nel programma di protezione per i rifugiati messo a punto dallo stato. Il prefetto Patrizia Impresa, anche grazie al turn-over altissimo, è riuscita a tener testa agli arrivi collegandosi alla diocesi grazie alla Caritas e poi agli enti del privato sociale sparsi in Provincia.
Se non si saranno ondate ma arrivi cadenzati a piccole decine, si potrà reggere, ha detto il Prefetto, anche senza l'aiuto dei Comuni che, diversamente dal 2011, questa volta hanno risposto per il 90 per cento no, alle richieste.
Per ora, nel padovano sono annunciati - da giorni ma ancora non si sono visti - una trentina di arrivi. Dipende molto dalle richieste del Ministero e dalla disponibilità monitorata dalla prefettura di Venezia: la situazione può cambiare di ora in ora.
Il Prefetto Patrizia Impresa finora ha messo in piedi con un modello azzeccato: accoglienza diffusa sul territorio, piccoli gruppi che vengono alloggiati non in casermoni ma in comunità, cercando di salvaguardare persone che arrivano ormai sfinite, soprattutto gli eritrei.
Da lunedì ci sarà un aiuto in più. Proprio ieri alle 12 si è chiuso il bando dedicato agli enti caritatevoli, alle strutture alberghiere, alle associazioni e cooperative interessate ad accogliere i profughi che richiedono protezione. Alle ore 11 erano quattro le domande arrivate. L'assegnazione, che sarà decisa lunedì da un'apposita commissione, funziona con la tecnica del massimo ribasso rispetto ai 35 euro più iva per ciascun profugo che mette a disposizione lo stato. La somma totale per Padova e Provincia è di 1 milione e 333mila, tarata su una capacità compresa fra i 150 e i 250 posti. Il vincitore del bando dovrà preoccuparsi di provvedere dal primo agosto al 31 dicembre per tutto: dal trasporto ai tre pasti al giorno, dalla pulizia dei locali ai vestiti. Più 2,50 euro a testa per immigrato (7,50 a famiglia) sotto forma di buoni o di carte prepagate per schede telefoniche o biglietti dell'autobus. Nel pacchetto dovrà essere compreso anche un servizio di mediazione linguistica e culturale.
Tra le realtà che hanno partecipato alla gara per l'accoglienza dei rifugiati anche alcune cooperative che già operano nel settore, alcune con esperienze anche dall'emergenza nord Africa. Tra queste c'è Città Solare, che gestisce le strutture di Casa a Colori in via del Commissario e Casa Valentini Terrani all'Arcella a Padova, ma anche due ostelli simili a Mira e Dolo. Ha presentato un'offerta anche la cooperativa sociale Il Sestante, che fornisce servizi di formazione, accoglienza e assistenza ai profughi ospitati in diverse strutture padovane. Entrambe le cooperative hanno presentato la domanda consorziate con altre realtà del settore. (ha collaborato Massimo Zilio)

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