Banditi traditi da Facebook

Martedì 2 Settembre 2014
Rapinavano le prostitute fingendosi clienti. Non si facevano scrupoli a colpirle con calci e pugni. Sono stati incastrati da un'auto rossa riconosciuta da tutte le vittime. L'indagine è partita lo scorso 10 luglio quando a Vigodarzere fu segnalato il primo caso. Una lucciola dell'Est, dopo aver pattuito con il cliente il costo della prestazione salì su una Megane rossa. Una volta giunti in zona lungargine Muson, il finto cliente con una banale scusa scese dall'auto e aprì il portabagagli. Di qui uscì il complice. Pochi secondi e la prostituta si trovò a terra senza borsa e telefono e il volto tumefatto. A finire in carcere su ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pubblico ministero Vartan Giacomelli e firmata dal gip Domenica Gambardella sono stati Vladimir Gottardo, 23 anni, residente a Dolo e domiciliato a Padova in via Catania 1, e Matteo Grasso, 24 anni, nativo di Caltagirone, ma residente in via Della Croce Verde ad Albignasego. Quest'ultimo, già noto alle forze dell'ordine, era entrato anche in una vecchia indagine legata alla famigerata baby gang della Guizza che seminò il terrore negli anni scorsi.
Sono stati prelevati l'altro giorno nelle rispettive abitazioni e dopo le formalità di rito accompagnati in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria. Devono rispondere in concorso di rapina aggravata. Al momento sono quattro le rapine che gli vengono contestate. Dopo quella del 10 luglio per la quale hanno indagato i carabinieri di Vigodarzere, si sono verificati altri tre episodi ravvicinati. Il 12 luglio alle 3 di notte l'aggressione avvenne in via Pontevigodarzere. il 31 luglio in via Venezia all'altezza del distributore Q8. Il 2 agosto in via Strada Battaglia ad Albignasego. Queste quattro rapine hanno fruttato alla coppia un migliaio di euro e qualche telefono cellulare. Le ragazze finite nelle grinfie dei due aguzzini sono state refertate con prognosi comprese tra i 5 e i quindici giorni. Le indagini che hanno portato al duplice arresto sono state curate nei dettagli dagli agenti della Squadra mobile. Gli investigatori hanno sentito tutte le vittime raccogliendo ogni volta qualche importante dettaglio. Prima di tutto l'auto, la stessa. Poi un particolare piercing all'orecchio indossato da Matteo Grasso. La Megane rossa sospetta era stato in passato più volte controllata dagli agenti delle Volanti. Gli inquirenti sono risaliti all'intestatario, appunto di proprietà di Gottardo. Con questo primo tassello in mano gli inquirenti hanno proceduto ad un riconoscimento fotografico mostrando la fotosegnaletica del sospettato alle prostitute. I dubbi si sono trasformati in realtà. Particolare curioso, Gottardo sulla sua pagine Facebook ad inizio agosto ha postato le foto della sua auto incidentata dopo un tamponamento. Di fatto la coppia, senza un mezzo per muoversi, aveva finito di infastidire e rapinare le prostitute. Terminata l'indagine, con tutti gli elementi in mano, la Mobile ha notificato ai due giovani l'ordinanza di custodia cautelare.

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