«Un gesto crudele, scoprire chi è stato»

Giovedì 28 Maggio 2015
«Un gesto crudele, scoprire chi è stato»
Proseguono negli uffici della Squadra mobile gli interrogatori degli studenti della 5.F del liceo scientifico Nievo. L'altra classe in gita a Milano insieme a quella di Domenico Maurantonio, volato ormai diciotto giorni fa da una finestra al quinto piano dell'albergo Leonardo da Vinci. Una morte ancora avvolta nel mistero, ma sulla quale la mamma di Domenico, la professoressa Antonia Comin, ha un'idea ben precisa: «Mio figlio è stato spinto» ha dichiarato ieri. Tutto questo mentre la Procura meneghina tenta di fare luce sul caso commissionando alla polizia Scientifica una simulazione con un manichino e un computer. Si proverà a ricostruire quanto accaduto allo studente.
LA MADRE - «Visto il contesto della finestra da cui una persona, in qualunque condizione, non poteva cadere, l'unica ipotesi è che sia stato spinto giù. Domenico non era tipo da farsi coinvolgere in bravate con equilibrismi su cornicioni o davanzali, men che meno al quinto piano. Non so cosa pensare: se è uno scherzo, è uno scherzo crudele, disumano, messo in atto con l'intenzione di colpire in modo estremamente grave. Probabilmente - ha terminato la mamma - l'intento era quello di colpire in modo definitivo o quanto meno con delle conseguenze gravissime e irreversibili». E poi il padre Bruno ha aggiunto: «Non riesco a capire perchè continua a esserci una versione secondo la quale nessuno era presente, nessuno ha sentito, nessuno ha visto che appare alquanto improbabile».
GLI INTERROGATORI - Anche ieri pomeriggio sono stati sentiti a sommarie informazioni alcuni ragazzi della classe 5.F. In totale ne dovranno essere ascoltati una decina e quindi anche oggi proseguiranno i colloqui con gli uomini della Squadra mobile. Sono studenti non molto vicini a Domenico Maurantonio, ma che comunque erano in gita a Milano e hanno dormito nello stesso hotel del 19enne. In linea di massima non hanno ricordi legati direttamente a Domenico in merito alla domenica mattina del 10 maggio, quando il diciannovenne è stato trovato morto vicino alla scala a chiocciola esterna dell'albergo. È poi da sfatare la voce per cui questi ragazzi si sarebbero recati in Questura accompagnati da un legale. Nessuno di loro è indagato.
LA SIMULAZIONE - Il decesso di Domenico, dopo diciotto giorni di indagini e un'autopsia, è ancora avvolto nel mistero. Il pubblico ministero milanese Claudio Gittardi ha deciso di affidare alla polizia Scientifica un esperimento giudiziale. Di fatto una simulazione di quanto accaduto allo studente del liceo scientifico Nievo al quinto piano dell'hotel Leonardo da Vinci tra le 5 e le sette del mattino del 10 maggio. I tecnici useranno un manichino e un computer per testare come Domenico sia finito sopra la finestra e per capire in quale modo è precipitato. Il manichino servirà per tracciare la parabola della caduta del 19enne. Lo studente è stato trovato intorno alle 8 del mattino di domenica 10 maggio da un imbianchino, rivolto su un fianco, senza i suoi occhiali e vicino a lui le sue mutande e i pantaloni del pigiama. Domenico indossava solo una maglietta e i calzini. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sarebbe volato di schiena. L'esperimento giudiziale potrebbe dare conferma di questa ipotesi investigativa. Ma soprattutto potrebbe permettere agli inquirenti di capire se il ragazzo è stato trattenuto o addirittura spinto.

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