Questa è la storia del “collaudo dei collaudi”, un incarico affidato

Sabato 5 Aprile 2014
Questa è la storia del “collaudo dei collaudi”, un incarico affidato a degli esperti per verificare che il Mose, quando sarà finito, funzioni. E' il “collaudo dei collaudi” perché singole analisi di singoli pezzi del complesso sistema di dighe mobili che dovrebbero salvare Venezia dalle acque alte, sono già state eseguite. Parecchie ne hanno fatte anche gli esperti che avrebbero dovuto eseguire il collaudo finale. Solo che si sono visti revocare l'incarico. Perdendo così un compenso ragguardevole. Si parla di 400mila euro. A testa. E' così che i collaudatori revocati hanno chiamato gli avvocati: Pietro Ciucci, presidente dell'Anas, e Vincenzo Fortunato, magistrato già a capo di gabinetto ministeriali, hanno fatto ricorso al Tar. Come andrà a finire si vedrà, intanto va raccontata la storia.
Al centro di tutto c'è il Mose, il sistema di paratie mobili che sarà pronto per il 2016 e funzionante dal 2017. Un'opera imponente - lavori iniziati nel 2003, costo complessivo 5493 milioni di euro - che non ha uguali in Italia, forse neanche in Europa, tant'è che si è proceduto a pezzi e per ogni pezzo si è provveduto a fare il collaudo. Va precisato che i collaudi li fa una commissione composta da 2, 3 anche 4 persone. Commissioni ce n'è più di una, ma sono praticamente le stesse a “turnarsi”. Gli incarichi li dà il Magistrato alle Acque, i compensi li paga il concessionario, cioè il Consorzio Venezia Nuova cui, in base alla convenzione stipulata a suo tempo, spetta il 12 per cento dell'importo dei lavori.
E veniamo ai collaudi. Posto che non c'è un elenco complessivo degli incarichi affidati (il Magistrato alle acque evidentemente si sente esonerato dagli obblighi di pubblicare i dati, il sito neanche presenta la sezione “amministrazione trasparente”), è invece noto che i membri delle commissioni sono quasi sempre alti funzionari dello Stato o di società statali. I nomi di Ciucci e di Fortunato, come peraltro di Pietro Buoncristiano (Anas, oggi ad della società Cav che gestisce il Passante) o dell'ex presidente della Società autostrade Vincenzo Pozzi, sono ricorrenti. Con compensi per i singoli collaudi variabili: si va da 14mila euro a 23mila, con punte che sfiorano i 100mila euro.
Tant'è, l'anno scorso, il Magistrato alle Acque, presidente Ciriaco D'Alessio, assegna a tre esperti l'incarico di fare il collaudo dei collaudi. Bisogna, cioè, verificare che tutti i “pezzettini” di Mose finora realizzati e collaudati, una volta messi assieme funzionino. Il Mose di fatto è già finito, mancano le cosiddette opere complementari, quindi si decide di procedere. Il Magistrato sceglie tre esperti. Uno è Pietro Ciucci, 64 anni, romano, dal 2006 presidente dell'Anas, già componente di commissioni che hanno eseguito collaudi per il Mose. Il secondo è Vincenzo Fortunato, 57 anni, già capo di Gabinetto del ministero delle Infrastrutture piuttosto che dell'Economia. Il terzo è un dirigente della Regione Veneto che, però, non controfirma l'incarico: in pratica, non lo accetta. Quanto al compenso, a carico del Consorzio Venezia Nuova (che peraltro ancora aspetta di sapere se una volta entrato in funzione avrà la gestione del Mose per i primi anni), non sono bruscolini: si parla di 400mila euro a testa. Avessero accettato tutti e tre, sarebbero stati un milione e 200mila euro. Di sicuro che almeno 800mila euro complessivi per Ciucci e Fortunato. Si racconta che, secondo alcuni, fosse un importo addirittura esiguo.
Nel frattempo, al Magistrato alle Acque si cambiano i vertici. Il 30 aprile 2013 va via D'Alessio, e solo dopo oltre tre mesi, all'inizio di agosto, il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi nomina il nuovo presidente: Roberto Daniele. Nel "Palazzo dei X Savi", a Rialto, così come nella sede del Consorzio Venezia Nuova, arrivano rumors di perplessità sul “collaudo dei collaudi” affidato a Ciucci e Fortunato. Si parla anche di richieste di pareri legali sulla legittimità e sull'opportunità dell'incarico. Fatto sta che l'operazione, peraltro a quanto risulta mai partita, viene revocata. La decisione non piace a Ciucci e Fortunato. Che prima si lamentano informalmente e poi si affidano allo studio legale di Roma del professor Gennaro Terracciano, per impugnare la revoca dell'incarico. Così viene presentato il ricorso al Tar del Veneto.
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