Ma i Veneti sono storicamente "popolo" e troppi lo negano

Domenica 30 Marzo 2014
Il dottor Ennio Fortuna mi chiama in causa quale suo contraddittore circa la fattibilità del referendum sull'indipendenza del Veneto. Effettivamente dissento da lui su tutto: dalla struttura del processo penale, alla prescrizione, all'appello, alla... indipendenza e, pur dagli antipodi, gli riconosco tenacia e idealismo che - non me ne voglia - ci accomunano. Ma non ho mai espresso tesi sulla fattibilità del referendum in questione. Ho svolto tutt'altre considerazioni.
Concordo con lui che l'articolo 5 della Costituzione ("la Repubblica è una e indivisibile") nasca per rendere inconcepibile l'idea stessa di qualsivoglia strumento separatista. Il dibattito al quale ho invano provocato l'illustre opinionista è altro. Si tratta di norma ancora accettabile, di norma civile, democratica? Essa nasce dai fanatismi della Rivoluzione francese, nella Costituzione d'oltralpe del 3 settembre 1791: "Le Royaume est un et indivisible".
Qualcuno accusa il venetismo di arretrarci di 200 anni. Ma l'idea indipendentista è modernissima e guarda semmai al passato come nobile fondamento. E' invece l'Italia a conculcare libertà elementari con la vigenza di formule decrepite di oltre 200 anni. L'articolo 5 è norma che non esito a definire tirannica e liberticida, che nulla ha a che fare con la parte della Costituzione che enuncia diritti e libertà o con quella che disciplina l'architettura dello Stato. Come quella sulla forma repubblicana, è norma degna di un regime assolutista, che s'illude di poter vincolare la totalità delle generazioni future private del diritto di decidere. E che gli "acuti costituzionalisti" ne sostengano l'immodificabilità è fonte di imbarazzo per uno Stato di diritto, non di vanto.
Vi è, poi, un secondo tema connesso: se i Veneti siano "popolo". Nessuno mise mai in discussione tale realtà, da Omero a Livio, sino all'Austria. E' dovuto arrivare quel "gigante politico" dell'Italia per negare ai Veneti persino il diritto di esistere come tali! E questo è l'altro dato incredibile, in uno con l'esistenza di una stupefacente schiera, persino di Veneti, che si è bevuta d'un fiato sittanti obbrobri; schiera che, pur tutto ignorando, oggi usa, anche in questo giornale, l'arma spuntata del dileggio (vino e pagliacci sono i termini più a la page) per screditare un'iniziativa nobile e democratica, moderna e portatrice di civiltà e benessere.
Preoccupa e inquieta, dunque, non solo il brandeggiare strumenti di repressione dal ceto dei giuristi ma l'inesistente tasso di democrazia in molta opinione pubblica. E, dottor Fortuna, chi dovrebbe votare per l'indipendenza del Veneto se non i Veneti? Gli abitanti dell'agro nocerino-sarnese o quelli delle Murge? E infine: il commissariamento della Regione Veneto? Ben venga! Così il vero volto, anche giuridico, dell'Italia della pressione fiscale vicina al 70% sarà rivelato al mondo!
Renzo Fogliata

(avvocato penalista e docente di Procedura penale

presso la Scuola di Specializzazione

di medicina Legale dell'Università di Padova)