Campania, De Luca sospeso tenta il ricorso al tribunale

Martedì 30 Giugno 2015
Campania, De Luca sospeso tenta il ricorso al tribunale
NAPOLI - Tra il governo della Regione Campania e il rischio commissariamento è solo una questione di giorni: quelli che impiegherà il Tribunale di Napoli per decidere sul ricorso urgente presentato ieri dal neo governatore Vincenzo De Luca per annullare il decreto, emanato venerdì scorso da Palazzo Chigi, che lo ha sospeso dalla carica.
Solo una decisione positiva in tempi rapidi consentirebbe a De Luca di esercitare pienamente le sue funzioni e di procedere con la formazione della Giunta regionale senza esporsi al caos istituzionale. Una scappatoia che il decreto del governo - che nel sospendere l'ex sindaco di Salerno non ha previsto un commissario - consente di percorrere. In questo scenario le opposizioni vanno all'attacco e protestano, anche in piazza, chiedendo il rapido ritorno alle urne.
De Luca ha preferito al momento non procedere con la giunta, nonostante il parere favorevole dell'Avvocatura dello Stato.
Meglio non esporsi - la linea scelta - ad altri possibili ricorsi che pioverebbero dalle opposizioni e attendere invece con fiducia un giudizio rapido dei giudici che potrebbe ricollocarlo sulla poltrona di governatore. La partita si gioca molto sui tempi: nel caso analogo di de Magistris il collegio si è espresso in venticinque giorni. Ma il sindaco di Napoli ha potuto attendere il verdetto nel pieno delle sue funzioni.
Diversa la vicenda di De Luca, che è sospeso, e per il quale un'attesa troppo lunga sarebbe letale. Serve un giudizio rapido.
Magari in tempo per potersi presentare con pieni poteri al cospetto del Consiglio regionale la cui seduta d'insediamento, che era prevista ieri, è stata rinviata tra le polemiche, con ogni probabilità alla prossima settimana e comunque non oltre la scadenza, dettata dallo statuto, del 12 luglio.
E così ancora una volta la governabilità delle istituzioni campane - è stato così anche per il sindaco de Magistris - passa per il via libera dei tribunali. Sui contenuti del ricorso di De Luca, presentato dagli avvocati Giuseppe Abbamonte e Lorenzo Lentini, prevale la linea del riserbo. Anche se qualcosa trapela. A grandi linee l'istanza ricalca quella presentata un mese fa con successo da de Magistris in cui si faceva leva sul diritto di elettorato passivo. In subordine si chiede di sollevare la questione di legittimità costituzionale sugli articoli 7 e 8 della legge Severino. «In astratto il tribunale - spiega l'amministrativista Orazio Abbamonte - potrebbe esprimersi anche nel giro di poche ore rimandando la convocazione delle parti a un successivo momento. In ogni caso è lecito aspettarsi che lo farà nel giro di pochi giorni. In caso di sentenza negativa ci sarebbe il commissariamento che sarebbe comunque un caso senza precedenti».
Lui, De Luca, ostenta sicurezza: «Siamo assolutamente sereni e fiduciosi», dice. «Nel frattempo, continuiamo a lavorare sulle principali questioni relative alle politiche regionali. Siamo pienamente impegnati - sottolinea - sulle emergenze ambientali e occupazionali».
All'attacco le opposizioni (M5S e associazioni vicine a Ncd) che ieri hanno protestato all'esterno del Consiglio regionale.
«De Luca è stato il più grande errore di Renzi», ha detto Luigi Di Maio (M5S) per il quale l'unica soluzione possibile è tornare al voto. E anche Forza Italia, con Paolo Russo, annuncia nuove iniziative legali.

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