«Voleva donare gli organi ma non è stato possibile»

Martedì 3 Marzo 2015
Non ha potuto donare gli organi, Daniele Costan Zovi.
Lo afferma la famiglia, impossibilitata a rispettare quella che era una sua precisa volontà, anche perché Daniele era iscritto all'Associazione donatori di organi.
Ma lo straordinario dono non è stato possibile a causa delle condizioni del suo corpo, ucciso dalla forte ipotermia.
In momenti tanto dolorosi, i genitori e il fratello di Daniele hanno comunque saputo pensare agli altri, ma soprattutto, anziché odiare quella montagna che ha portato via il loro caro, affermano «non fiori ma opere di bene al Soccorso alpino».
Il messaggio è del fratello Davide: «Il Soccorso alpino era la sua seconda famiglia. Sappiamo cosa significa il loro impegno e siamo certi che hanno più bisogno di donazioni loro che noi dei fiori».
C'è un'altra grande famiglia nella quale si sono ritrovati parte in questo frangente, quella della Guardia di Finanza. «Daniele era orgoglioso di portare quella divisa» assicurano i suoi cari che ringraziano i colleghi per tanta attenta e discreta vicinanza.
«Daniele Costan Zovi era un ragazzo molto solare, entusiasta di quello che stava facendo e desideroso di essere assegnato quanto prima a una stazione di soccorso», lo ricorda così il colonnello Stefano Murari, comandante della Scuola alpina della Guardia di Finanza. «Era una persona esperta, abituata ad andare in montagna anche prima di arruolarsi nella Guardia di finanza», ricorda. Prima di indossare la divisa delle Fiamme Gialle Daniele era stato con gli alpini a Belluno, anni di formazione nel 7° Reggimento in attesa di quel concorso per la Guardia di Finanza. Stava completando l'addestramento. A giorni avrebbe terminato la parte di sci alpino e avrebbe iniziato il modulo di scialpinismo. A quel punto avrebbe acquisito la specializzazione e sarebbe stato assegnato a una stazione di soccorso alpino, stava per realizzare il suo sogno.

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