Il prefetto manda 40 profughi
in un paesino di 250 abitanti:
il sindaco s'appella all'Austria

Domenica 15 Febbraio 2015 di Tiziano Gualtieri
La proprietà del "Piccolo Cottolengo" a Malborghetto, destinazione dei profughi
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MALBORGHETTO (Udine) - «Se arrivano i quaranta immigrati che il prefetto mi ha"promesso" sono pronto a incatenarmi».

Boris Preschern, sindaco di Malborghetto, è una furia dopo la telefonata con cui il prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, gli preannunciava l'arrivo dei profughi.

Una notizia giunta come un fulmine a ciel sereno e fa piombare il Comune di Malborghetto - Valbruna nell'occhio del ciclone dell'«affaire immigrati» che da mesi infiamma la Valcanale: «Non esiste che un paese di 250 abitanti come Malborghetto si faccia carico di 40 profughi. Sarebbe come metterne 20mila a Udine, è inconcepibile» tuona Preschern, che solo pochi giorni fa aveva espresso la sua vicinanza al collega di Tarvisio per la battaglia contro gli immigrati. «Non sono razzista, il problema c'è e sono consapevole che vada risolto, ma contesto la scelta del prefetto nel metodo e nelle proporzioni. Nel metodo, in particolare, perché è un problema che riguarda tutti i Comuni e tutti dobbiamo, equamente, fare la nostra parte e non solo quelli più decentrati o meno popolosi».

Il sindaco ha già avviato contatti con la vicina Austria: intende ottenere il sostegno del Land Carinzia, che non intende accettare concentrazioni di profughi a ridosso del confine.

Ultimo aggiornamento: 21:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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