Federica, studentessa 23enne,
diventa manager per un giorno

Venerdì 10 Ottobre 2014 di Mattia Zanardo
Federica Del Bono
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TREVISO - Dalle 8, riunione con il direttore amministrativo, quella con il responsabile del servizio consumatori, uno sguardo all'andamento dei mercati e ai rapporti inviati dalle filiali estere, poi in produzione, per discutere con gli operai di alcune novità organizzative e di contratti. In mezzo, un'oretta per un po' di palestra e un panino. Vita ordinaria da top manager. Quella che Federica Del Bono ieri ha potuto sperimentare per una giornata, seguendo nel suo lavoro quotidiano Mariacristina Gribaudi, amministratore unico della Keyline di Conegliano.

Federica, 23 anni, è una degli otto giovani selezionati tra diverse centinaia di laureandi o neo laureati di tutta Italia per la seconda edizione di "Ceo per uno giorno" (acronimo inglese per indicare l'amministratore delegato), iniziativa promossa dalla società specializzata Odgers Berndtson e Rcs.

Nata a Napoli, ma vissuta fin da piccola in giro per mezza Italia al seguito del papà, alto dirigente di banca, Federica è prossima alla laurea specialistica in Consulenza d'azienda alla Bocconi. La Keyline, leader nella produzione di chiavi e macchine duplicatrici, erede della plurisecolare tradizione nel settore della famiglia Bianchi, è l'unica impresa veneta partner del programma. «Avevo conosciuto Mariacristina Gribaudi l'anno scorso, quando aveva tenuto una conferenza all'università, e mi aveva colpito moltissimo - spiega Federica -. Così quando ho visto la Keyline tra le possibili destinazioni, non ho avuto dubbi».

E anche Gribaudi non ha esitazioni: «Mi piace lavorare con i giovani e con le donne. Ho trovato una ragazza con una gran voglia di capire. Ho cercato di farle comprendere che nelle imprese familiari come la nostra al centro deve esserci la persona. E, visto che era arrivata il giorno precedente, l'abbiamo ospitata nella nostra foresteria e ha cenato a casa nostra: per mostrarle che dietro l'amministratrice c'è una persona e una mamma». Un giovane collaboratore, dice, «deve essere curioso, spregiudicato, deve mettermi in crisi: io, a 55 anni, immagino il futuro, loro lo vedono».

Ultimo aggiornamento: 16:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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