Il personaggio/ Erminia, dal Mozambico
alla Lega: «Non c'è posto per i clandestini»

Sabato 2 Giugno 2012 di Paolo Calia
Erminia Kassamo
TREVISO - Impossibile non notarla: bellezza prorompente, fisico statuario, cascata di capelli nerissimi e con il fazzoletto della Lega in bella vista. Erminia Kassamo, 37 anni, mozambicana, stata una delle attrazioni della festa di Portobuffol (Treviso) organizzata per Flavio Tosi. Nata e cresciuta nel paese africano, dal 1992 è tesserata con la Lega. Vive a Paese dal 1990, da quando è arrivata in Italia non ancora maggiorenne per seguire un uomo di cui era innamorata. Poi la storia è finita ma lei è rimasta, sposando la filosofia del Carroccio. E negli anni in cui si alzava la richiesta di chiudere le frontiere agli immigrati clandestini, lei, con la sua bellezza di colore, è sempre stata in prima fila a sostenere la battaglia leghista per eccellenza.



- Come arriva una ragazza mozambicana nella Lega?

«Appena giunta in Italia il flusso di immigrati non era ancora imponente. Sono entrata in modo regolare per seguire un ragazzo. Ho dovuto garantire all'ambasciata italiana in Mozambico che avevo un posto dove stare e un reddito. Solo dopo ho ottenuto il visto. Andavo a vendemmiare, lavoravo in campagna. E vedevo tutti questi immigrati entrare clandestinamente. Mi è subito piaciuta la Lega che chiedeva il rispetto delle regole. Nel 1992, a Castagnole, andavo a raccogliere le firme con la Katia Uberti».



- E quando se ne stava dietro il gazebo con la maglietta della Lega, la gente che diceva?

«Guarda qui che bella moracciona! Ma non ho mai avuto nessun problema».



- Lei è stata caparbia e fortunata, ma tante altre sue connazionali no.

«Tante ragazze sono arrivate dall'Africa pensando di fare la bella vita e invece sono finite in Pontebbana. Io ho lavorato, ottenuto il permesso di soggiorno e, dal 1996, la cittadinanza italiana. Per integrarmi ho dovuto faticare. I primi tempi non potevo uscire in pantaloncini o in minigonna senza attirare commenti. Non mi piaceva però vedere tanti stranieri arrivare in Italia con la pretesa che lo Stato dovesse per forza aiutarli. Se entri con un barcone è giusto che ti rispediscano a casa. Per questo la Lega mi è subito piaciuta».



- È molto dura.

«Forse noi stranieri siamo più severi degli italiani con i clandestini. Per me dovrebbero bloccare la gente già in Libia prima che raggiungano l'Italia. Non è giusto che i cittadini italiani paghino per mantenere questa gente».



- Non ha mai pensato che fosse una contraddizione una ragazza africana iscritta a un partito accusato di razzismo?

«La Lega non è razzista e affermarlo è da bigotti. La Lega ha sempre detto: se vieni in Italia devi lavorare per integrarti. E se ti integri ti accettano tutti».



- Però fanno discutere anche altre posizioni. Per esempio sulle coppie omosessuali.

«Ho due figli, un maschio e una femmina. Se un giorno mi dicessero, "mamma, sono gay o sono lesbica", non la prenderei per niente bene. Certo: non posso mica randellarli. È giusto rispettare tutti ma non l'accetterei mai al cento per cento».



- Lei ha avuto difficoltà ad integrarsi?

«I veneti prima di aprirsi devono conoscerti. Ma quando superi questa fase non ci sono più problemi. Io non cambierei l'Italia con nessun altro paese».



- La nuova Lega deve ripartire da Maroni e Tosi?

«Sono le persone giuste. Ma adesso dobbiamo rimetterci a lavorare senza scannarci. La Lega ha sempre avuto i suoi principi, purtroppo la moglie di Bossi e quell'altro (Belsito ndr) hanno danneggiato il partito».



- Al congresso provinciale ha votato Granello o Coin?

«Ero in Mozambico ma se fossi stata qui avrei scelto Granello. Mi piace molto».
Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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