Zaia, maxi-colletta per il referendum:
«Ci servono 14 milioni di euro»

Venerdì 13 Giugno 2014 di Mauro Favaro
Zaia, maxi-colletta per il referendum: «Ci servono 14 milioni di euro»
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TREVISO - Il referendum sull'indipendenza si farà solo quando i veneti saranno riusciti a raccogliere i 14 milioni di euro necessari per pagarselo. «Non verranno spesi denari pubblici - annuncia il governatore Luca Zaia - raccoglieremo donazioni liberali fino a quando non arriveremo ad avere in cassa 14 milioni».



Per dare ai cittadini la possibilità di scegliere se restare in Italia o se staccare il Veneto in una «Repubblica indipendente e sovrana», quindi, bisognerà portare a termine una maxi-colletta milionaria. Il tutto, ovviamente, su base volontaria. La legge approvata giovedì dal consiglio regionale è chiara: il fondo verrà costituito con «donazioni da parte di cittadini e imprese». Ma la cifra è alta. Difficile mettere assieme un tesoretto del genere. Soprattutto in questi tempi di crisi. A quanto pare, però, la soglia elevata non rappresenta un escamotage per mettere paura a Roma, suonando il tamburo dell'indipendenza, senza rischiare di doversi realmente misurare con una consultazione referendaria così drastica. Perché alcuni imprenditori pronti a mettere i soldi già si sono fatti avanti. «Non è una boutade - assicura il presidente durante un'intervista registrata ieri negli studi di Antenna3 - tante persone si sono già proposte per versare la propria quota». Fatti due conti, poi, per raggiungere la soglia dei 14 milioni di euro basterebbe che ognuno dei quasi 5 milioni di residenti in Veneto mettesse un obolo pari a poco meno di 3 euro. Un calcolo valido solamente in linea teorica. Chiaro. Ma quanto basta per capire che non si sta parlando di una missione impossible. Tanto più che lo scandalo Mose non sembra affatto aver affossato il tema dell'indipendentismo. Anzi. «Credo che le persone coinvolte non voterebbero per staccare il Veneto dall'Italia - sorride Zaia - questo vuol già dire qualcosa». Comunque sia, arrivare a mettere una croce sul sì o sul no non sarà una passeggiata. Il vero avversario da battere adesso è il tempo.



Dopo l'approvazione della legge regionale per l'indizione del referendum sull'indipendenza del Veneto, approvato con 30 voti favorevoli (Lega, parte di Fi, Pne e Valdegamberi), 12 contrari e tre astenuti, la consultazione dovrebbe essere organizzata nel giro di 180 giorni. Cioè sei mesi. Questo vuol dire che i 14 milioni necessari per finanziarla dovranno essere raccolti entro la fine dell'anno. Solo dopo si potrà chiedere ai cittadini di decidere se far rimanere la regione in Italia o se farla staccare in uno Stato a se stante. Con un'insidia economica: si dovesse arrivare alle urne e dovesse vincere il no, i soldi della colletta sparirebbero e la situazione resterebbe identica ad oggi. Rischi che gli indipendentisti hanno già messo in conto. Su tutto, infine, pende la spada di Damocle dell'impugnazione della legge davanti alla Consulta da parte del governo. Non fosse altro perché manca la copertura finanziaria. L'assicurazione di provare a fare il possibile attraverso la maxi-colletta non basta.
Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 09:20