Veneto virtuoso: tasse locali
più leggere per le famiglie

Lunedì 17 Agosto 2015 di Umberto Sarcinelli
Veneto virtuoso: tasse locali più leggere per le famiglie
Meno pressione fiscale, più comuni felici. Per capire l’equazione basta dare un’occhiata a una serie di indagini derivate dalle stime della Banca d’Italia e da un’inchiesta del Centro Studi Sintesi per il Sole 24 Ore, basata sui 47 indicatori del Bil, il benessere interno lordo.

Incrociando le due classifiche si capiscono meglio i risultati, che sono molto lusinghieri per il Veneto. Resta solo da stabilire la gerarchia tra causa e effetto. I 20 comuni veneti che si posizionano nei primi cento posti della classifica dei "Borghi felici" sono diretta conseguenza del fatto che la pressione fiscale locale in Veneto è fra le più basse d’Italia o, viceversa sono i comuni con un Bil elevato a determinare minore pressione fiscale?

Domanda oziosa, meglio analizzare separatamente le due cose. Cominciamo dalla pressione fiscale territoriale, cioè le tasse locali, composte dai tributi, addizionali e aliquote importa da Regioni, Province e Comuni che Banca d’Italia ha studiato in rapporto con tre tipologie di famiglie tipo, di tre diversi livelli di reddito, determinando, così, il livello d’impatto nell’arco di tre anni (dal 2012 al 2014).

In tutte queste classifica sull’incidenza delle tasse locali, il Veneto, come già accennato, si colloca agli ultimi posti fra le regioni considerate (per Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige i dati non erano disponibili) mostrando anche un’incidenza più "equa" rispetto alle tre famiglie tipo. Queste sono state individuate in base al reddito (Alto: 113 mila euro, casa di proprietà di 140 mq, auto da 2000cc; medio: 43mila euro, casa da 100 mq, auto da 1400cc; basso: imponibile di 18 mila euro, abitazione di 100 mq e senza di auto).

Come dato generale emerge che a soffrire di più della pressione fiscale locale è la famiglia con il reddito medio, che ha subito un aumento nel periodo 2012-2014, del 5,9%, passando da 1834 euro nel 2012 ai 1943 del ’14, con un indice di incidenza di 4,5. Per la famiglia a reddito basso ha avuto un abbassamento della pressione fiscale del 5,25 (questo per effetto della mancanze dell’automobile e dei balzelli relativi), ma l’incidenza delle tasse sul reddito si è alzata all’indice 5,3. Decisamente ha ragione il proverbio secondo cui "piove sempre sul bagnato": le famiglie "ricche" hanno beneficiato di una differenza minima, 1,8% con un’incidenza i 6,7.

Traducendo le cifre in una valutazione terra-terra è venuta a mancare clamorosamente la progressività della tassazione, sancita peraltro anche dalla Costituzione, chi più ha più paga.

Gli aumenti della pressione fiscale sono determinati poi da un circolo vizioso Stato-Regioni: il primo impone tagli alle spese e ai servizi, le seconde devono recuperare aumentando le proprie imposte.

In tutto questo il Veneto ha dimostrato misura e saggezza nel tenere bassa la pressione fiscale locale nelle tre tipologie considerate. Su 18 regioni classificate si posizione al terz’ultimo posto per la famiglia media, con un’incidenza di 3,7, mentre la Campania, prima, ha un indice 5,6 (l’aumento di tasse è però del 7,1%, da 1510 a 1617 euro). Il Veneto è quattordicesimo, invece, per quanto riguarda la famiglia "ricca", con un’incidenza di 5,8 (ma un aumento tra 2012 e 2014 di solo lo 0,1%, da 6535 a 6540 euro) rispetto alla capolista Lazio con un’incidenza del 7,9. Le famiglie a basso reddito scalano la classifica e arrivano al dodicesimo posto, con un’incidenza di 4,4 (il Lazio, primo, ha 7,9) e una differenza del 5,1% nei periodi considerati (da 770 a 809 euro).
Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 08:18

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