Nella storia di Teresa spunta
anche una “lupara bianca”

Giovedì 19 Marzo 2015
Trifone e Teresa in un selfie. Fiori per ricordarli
PORDENONE - Teresa Costanza originaria di Favara (Agrigento) si era trasferita, con la famiglia, a San Donato Milanese nel 2006.

Nel 1995, Antonio Costanza, zio della ragazza -fratello del padre- era sparito da Favara, vittima di lupara bianca.

A chiarire i contorni di quella scomparsa sono stati i collaboratori di giustizia Maurizio e Beniamino Di Gati e Luigi Putrone.

I pentiti raccontarono ai magistrati che Antonio Costanza venne ucciso e poi sepolto con la sua auto in un terreno di Campofranco (Caltanissetta).

La lupara bianca era stata decisa da Cosa Nostra - stando sempre ai collaboratori di giustizia - dopo la cattura del boss di Santa Elisabetta (Agrigento) Salvatore Fragapane. Costanza sarebbe stato erroneamente indicato come la spia, l'infame, colui che avrebbe indicato agli investigatori il nascondiglio del boss Fragapane.

A chiarire i contorni di quel delitto, spiegando come i boss agrigentini del tempo caddero in errore, fu Giovanni Brusca. Il padre di Teresa Costanza, imprenditore edile, non ha

mai frequentato gli ambienti mafiosi. Considerato una persona perbene, grande lavoratore, oltre 10 anni fa, non appena ne ha avuto la possibilità, si era trasferito, assieme alla moglie e ai suoi due figli - fra cui Teresa - nel Milanese.
Ultimo aggiornamento: 20:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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