PORDENONE - Una crostata al cioccolato. È il dolce che Teresa voleva mangiare quella maledetta sera. Una voglia improvvisa.
«Sai - aveva detto a una ragazza con la quale fuori dalla palestra chiacchierava fumando una sigaretta - credo proprio di non averla mai mangiata una crostata alla cioccolata.
Quella crostata Teresa Costanza non l’assaggerà mai più. È rimasta nella borsa della spesa sul sedile dell’auto, accanto al suo corpo senza vita e a quello del suo fidanzato, Trifone Ragone. Sono i ragazzi della palestra, la Pesistica Pordenonese, a mettere insieme come le tessere di un mosaico le ultime due ore di vita di Teresa. Tutti vogliono raccontare il loro ultimo ricordo, l’ultimo momento prima di salutarla e di andare a casa dopo un duro allenamento. Teresa è rimasta nei cuori di tutti nella "palestra sotto" del Forum, dove sudore e fatica si mescolano a strette di mano, urla per caricarsi e per superare i limiti e pacche sulle spalle.
Lei c’era sempre. A volte si allenava, spesso in maniera discreta stava in disparte e guardava il suo ragazzo. Come martedì pomeriggio. I giovani della palestra l’hanno vista arrivare pochi minuti prima delle 18.30. Aveva finito da poco di lavorare. È circa a quell’ora che scese le scale entra nella pesistica. Non passava certo inosservata Teresa. Tutti la salutano, lei, però, ha occhi solo per il suo fidanzato. «Devo andare a fare la spesa» - gli dice - ma prima torna fuori a fumare una sigaretta. Con lei c’è Dino Marcuz, l’allenatore. Lui non fuma, ma le fa compagnia. Parlano del lavoro.
L'ultimo ballo di Teresa sul cubo /Video
È contenta perchè si trova bene nel nuovo posto e finalmente sembra una occupazione solida e duratura. Terminata la sigaretta torna sotto, in palestra. «Questa volta vado veramente a fare la spesa» - la sentono dire i ragazzi che si allenano. Ma non sarà ancora così. Risalendo le scale, infatti, vede sul piazzale una giovane atleta appena uscita dalla pesistica per una sosta. Fuma una sigaretta. «Ti faccio compagnia» - le dice. Le due chiacchierano. Teresa svela la sua voglia.
«Mi va di mangiare una crostata al cioccolato, credo di non averla mai mangiata. Ne ho proprio voglia. Adesso che vado a fare la spesa, la compero».
I due fidanzati scherzano in palestra
Intanto, minuto più, minuto meno, sono arrivate circa le 19. La vede anche un altro ragazzo che uscendo dalla palestra, la incrocia. «L’ho salutata, qualche battuta. Era tranquilla. Poi sono andato via e non l’ho più vista». Non c’è un’ora esatta, ma secondo altri giovani atleti potevano essere le 19.10 quando Teresa sale in auto per andare a fare la spesa.
Un supermercato, il Pam - Meta, è poco distante, vicino alla chiesa del Sacro Cuore. Tutto fa supporre che sia andata lì a comperare quello che le serviva. Probabilmente anche la crostata alla cioccolata. Quello è il supermercato dove gran parte degli atleti e i titolari della palestra vanno a fare "rifornimento" di cibo. Intanto la palestra piano piano si era svuotata. I pochi rimasti non ricordano l’ora esatta in cui Teresa rientra. Ricordano bene, però, che una volta tornata in palestra aveva baciato sulla guancia Trifone.
«Ho fatto tutto - gli ha sussurrato - ti aspetto sopra». Potrebbero essere le 19.50 quando Teresa, sulle scale, vede il suo ragazzo e altri due atleti uscire dalla palestra. Lei gli va incontro, si abbracciano e insieme fanno gli ultimi scalini per raggiungere il piazzale - parcheggio. Con loro c’è un altro atleta. L’ultimo a vederli vivi. Un saluto veloce. Il killer probabilmente è già nascosto tra le auto e sta aspettando. Teresa e Trifone si avviano all’auto. Salgono. Il resto è in quei cinque colpi di pistola sparati in sequenza. In lontananza un uomo che portava a spasso un cane crede di aver sentito l’urlo strozzato di una donna. Un altro, invece, dirà più tardi ai carabinieri di aver sentito dei colpi. "Sembravano petardi". Invece avevano strappato la vita a due innamorati.
