Garantire l'integrazione
non è rinunciare alla storia

Domenica 11 Gennaio 2015
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Caro direttore,

«perché il sacrificio francese non sia inutile, integrazione sì ma nella nostra sfera civile». Non sono terrorizzato ma cosciente che le stragi in Francia possono ripetersi ovunque e non mi bastano le rassicurazioni del ministro dell'interno a tranquillizzarmi. Nell'accoglienza e nel socializzare non può passare la linea che taluni cercano di impostare su "eventi tradizionali" come le feste appena trascorse con alberi di Natale, Presepi, panevin, Befane, che sono state la gioia nostra e ora dei nostri nipotini e che non traspirano la religiosità che gli viene attribuita, ma voglia di stare insieme. Feste che a detta di qualcuno possano turbare o isolare immigrati di altro credo e tradizioni. Trovo ingiusto che il Governo lasci "delega" al dirigente di turno nelle scuole se fare o meno rappresentazioni, canti o feste patrimonio culturale nostro privandone noi per timore di escludere altri. Penso che sarà compito di genitori immigrati attenti e desiderosi di integrarsi in questo nostro tessuto che traspira libertà e comprendere che questi momenti sono festa per tutti. Il Governo tuteli la nostra storia civile e non lasci come sempre all'estemporaneità di singoli politicizzati, ne va del futuro e della libertà di tutti.

Giuseppe Ave

Torre di Mosto (Ve)



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Caro lettore,

lo abbiamo detto e scritto tante volte, ma in momenti come questo vale forse la pena di ripeterlo: il concetto di integrazione non va confuso né con quello di rassegnazione né con quello di passiva accettazione. La vera integrazione passa innanzitutto attraverso il rispetto nei confronti di chi accoglie e della sua storia. Cioè di quell'insieme di tradizioni ed elementi identitari che compongono quella che è stata definita la "cultura prevalente". Non si può pretendere che un popolo rinunci a essere se stesso in nome di un malinteso concetto di tolleranza verso chi emigra. A chi arriva in un Paese straniero vanno garantiti i diritti e le libertà fondamentali, non il diritto a cancellare o a spegnere un'altra cultura. L'Europa non può e non deve erigere barriere ma neppure pensare di sconfiggere l'estremismo religioso islamico o di qualsiasi altro genere annacquando la propria identità, rinunciando alla sua idea di libertà o al proprio modo di essere. La debolezza e l'ignavia sono il peggior modo di contrastare i fanatismi.
Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 12:05

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