I contribuenti pagano le perdite
delle municipalizzate gestite male

Giovedì 4 Dicembre 2014
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Caro direttore,

non riesco a capire come un leader sindacale della levatura di Susanna Camusso, possa affermare che riorganizzare, eliminare, ristrutturare le più di ottomila cosiddette municipalizzate, possa influire negativamente sulla qualità e quantità dei servizi erogati. Lo sappiamo tutti che i dirigenti, non gli operai e gli impiegati di quelle aziende, sono lì per volontà partitica e non per capacità dirigenziali. I loro stipendi, quelli dei presidenti e consiglieri di amministrazione, non dei dipendenti a stipendio mensile, sono un peso parassitario che il contribuente onesto continua a pagare avendone in cambio, almeno finora, solo aumenti di tariffa in bolletta. Secondo il mio modesto parere, il segretario della Cgil, fingendo di non conoscere la verità, offende l’intelligenza dei cittadini.




Leonardo Agosti

Cadoneghe (Pd)





Caro lettore,

l'idea che un'azienda di servizi di trasporto, di nettezza urbana o di distribuzione di energia per essere efficiente e assolvere bene ai suoi compiti debba necessariamente essere municipalizzata, cioè controllata dagli enti locali e dai partiti, è troppo assurda per essere vera. Naturalmente non tutte le municipalizzate sono uguali: ce ne sono alcune egregiamente guidate. Ma tra le 8mila che popolano il nostro Paese la grande maggioranza è gestita secondo criteri che sarebbero incompatibili con un mercato che dovesse fare i conti con la concorrenza. E la ragione è una sola: agli azionisti di maggioranza e di minoranza di queste aziende (cioè i politici) prima dei bilanci e dei conti economici, interessa innanzitutto il consenso. Che si aggrega e raccoglie in tanti modi: con le assunzioni pilotate, con servizi in perdita cronica ma funzionali ai propri bacini elettorali, con la distribuzione di poltrone e poltroncine in consigli e comitati, con piccoli e grandi favori. Ma se non hai le municipalizzate tutto questo non puoi farlo. Tutto questo, naturalmente, ha un costo, spesso anche molto elevato. Ma ai fans delle utilities a controllo pubblico tutto ciò interessa poco o nulla. Anche perchè le perdite gigantesche di queste municipalizzate non le pagano loro né chi le gestisce, ma i contribuenti.

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