L'ex coordinatore Verdini attacca:
«Svuoto FI». L'ira degli azzurri

Lunedì 21 Dicembre 2015 di Emilio Pucci
L'ex coordinatore Verdini attacca: «Svuoto FI». L'ira degli azzurri
3
ROMA - «Raddoppieremo la nostra presenza parlamentare nel giro di un mese, di un mese e mezzo». Verdini riapre la campagna acquisti al Senato. I primi quattro arriveranno già martedì: Bondi e Repetti, fuoriusciti già da alcuni mesi da FI, il bergamasco Piccinelli e l'ex grillina Gambaro. Poi dopo le festivita' dovrebbero approdare Milo e probabilmente Pagnoncelli, provenienti dai Conservatori e Riformisti (che recupererà il senatore Zin, eletto all'Estero per FI). In avvicinamento (da tempo) Villari e altri ex Cinquestelle, mentre altri azzurri potrebbero a breve bussare alla porta, tra questi Bocca, Scoma, Floris e Piccoli.

IL QUADRO
Contemporaneamente Ala prosegue il lavoro per le amministrative: a gennaio il movimento si trasformerà in partito, verrà mostrato il logo da presentare però non in tutte le realtà dove si vota. L'obiettivo è quello di rafforzare il centro, far capire ancora di più quanto è determinante per la sopravvivenza della legislatura, svincolarsi dall'abbraccio di Salvini e costringere Renzi ad abbandonare la sinistra Pd, far sì che ci siano numeri certi a palazzo Madama per evitare ipotesi di elezioni anticipate.



L'ex coordinatore azzurro è tornato quindi a vestire i panni del catalizzatore degli scontenti berlusconiani. Del resto il Cavaliere da tempo ha annunciato di non voler trattenere nessuno, riserva sempre meno importanza alle continue querelle parlamentari del suo gruppo, si tira fuori dalle polemiche che stanno lacerando il suo partito e oggi non dovrebbe neanche tornare a Roma e quindi non partecipare al Quirinale al tradizionale scambio di auguri natalizi con Mattarella e le altre cariche istituzionali. «Per me non cambia niente, chi vuole lasciarci è libero di farlo», ripete a chi lo cerca per sottoporgli problemi e angosce. Guarda all'alleanza per le amministrative, alle candidature e resta in campo perché – ha spiegato anche ieri - «se il signor Berlusconi si ritira per tutto quel che gli hanno fatto e stanno facendo, Forza Italia deperisce e il centrodestra si troverebbe ad essere il terzo nella classifica dei raggruppamenti italiani e avremmo 5Stelle contro il Pd».

IL CAOS
Ma il caos nella pattuglia al Senato resta e Romani non ha alcuna intenzione di abbandonare la linea di «opposizione costruttiva», di aprire «un conflitto senza senso – ha spiegato ai malpancisti azzurri – con l'esecutivo». E poco importa se Salvini questa mattina in una conferenza stampa ritornerà a ripetere il suo diktat: «Se qualcuno in FI è nostalgico degli inciuci, degli accordi con la sinistra sottobanco e ha nostalgia dei governi Monti e Letta, prenda la tessera del Pd e si tolga dalle scatole perché qua c'è da ricostruire un Paese». Il leader del Carroccio ripete anche che i nomi per le amministrative arriveranno presto, prima della fine dell'anno o subito dopo e che proverranno dalla società civile. «Il destino – dice Berlusconi - è nelle nostre mani. Il Centrodestra è già oggi 1 o 2 punti sopra il Pd; insieme Lega e Fratelli d'Italia sono al 20%, noi siamo al 12,50%, quindi insieme facciamo il 32,50%, due punti sopra il Pd».

Nessun interesse da parte di Berlusconi e Salvini per «operazioni da palazzo» che «non faranno certamente – a loro dire – guadagnare voti a Renzi». Il ragionamento di Verdini, invece, è che certamente «i conti si fanno quando si andrà a votare, nel 2018» ma «le riforme si fanno con i numeri». «L'esplosione di Forza Italia – ha detto il leader di Ala alla trasmissione di Lucia Annunziata - mi dà ragione, ma è un dolore. Sono molti che vengono verso di noi. Io non porto nessuno, penso che ci sia una grande riflessione dentro FI per la situazione di disagio che si è creata».
Ultimo aggiornamento: 11:10

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci