Il petrolio supera la barriera psicologica dei 54 dollari, ecco cosa significa

Giovedì 16 Aprile 2015 di Francesco Bisozzi
Il petrolio supera la barriera psicologica dei 54 dollari, ecco cosa significa
Nella nuova era del petrolio lowcost l'abbattimento del muro dei 54 dollari al barile ha prodotto lo stesso fragore di quando un aereo supera la barriera del suono. Era dall'inizio dell'anno che il Wti non arrivava a oltrepassare questa soglia. Per la commodity più massacrata degli ultimi mesi, e per il mondo che le gira attorno, la rottura di questa specie di muro di gomma rappresenta quindi un momento clou. Alla base del rialzo ci sono i dati sulle scorte, salite negli Usa di oltre 1 milione di barili anziché di 4 come previsto inizialmente dall’Eia, divisione del Dipartimento dell'Energia americano.



Questo non significa che il prezzo del barile schizzerà di nuovo alle stelle. Il totale delle scorte di petrolio negli Stati Uniti resta al livello più alto da 80 anni a oggi, a quota 483 milioni di barili. E se è vero da un lato che 800 produttori di shale oil sono appena stati tagliati fuori dal mercato, è vero anche che i mille ancora all'opera guadagnerebbero pure con il barile a 20-25 dollari. Il surplus di offerta perciò non solo persiste, ma potrebbe persino crescere ulteriormente.



Per l'Opec, che ha confermato la propria previsione sulla domanda mondiale di petrolio nel 2015 segnalando un'offerta sovrabbondante sul mercato, il surplus è balzato a 2,54 milioni di barili al giorno nel primo trimestre. Il cartello di 12 paesi che produce un terzo del totale dei greggio ha di nuovo superato le quote stabilite a 30,32 milioni di barili al giorno salendo a 30,79 milioni. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia a livello globale l’offerta di petrolio in marzo è arrivata a sfiorare i 96 milioni di barili al giorno. La domanda nei primi tre mesi di quest’anno è stata di invece di circa 93 milioni di barili.



Con il grande balzo del petrolio, di nuovo sopra la linea dei 54 dollari, si apre tuttavia una nuova fase. Oggi le grandi banche d’affari vedono il prezzo medio del greggio in recupero a 70-80 dollari entro la fine dell’anno. Una ricerca condotta da J.P. Morgan Private Bank ha sondato le aspettative degli investitori europei sulle prospettive di rendimento del petrolio: un terzo vede il Brent a 75 dollari entro la fine del 2015, mentre poco più della metà degli investitori stima che rimarrà tra i 50 e i 60 dollari al barile. Il 14 per cento reputa che potrebbe scendere sotto i 50 dollari. Solo l’1 per cento crede invece che il Brent risalirà ai livelli degli inizi del 2014, ovvero sopra i 90 dollari.

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