In meno di tre mesi, il Brasile ha battuto il record di casi di Dengue in un anno, e va verso i 2 milioni. Finora, il gigante sudamericano ha registrato 1.889.206 casi probabili, ha riferito il ministero della Salute, il numero più alto dal 2000. La cifra è 4 volte il numero di casi di Dengue segnalati nello stesso periodo del 2023. Il precedente record di casi si registrò nel 2015 (1.688.688 nell'anno), mentre il 2023 è stato il terzo anno peggiore (1.658.816 casi). Quanto ai decessi, sono 561 quelli confermati (1.094 in tutto il 2023). Dieci Stati brasiliani hanno già dichiarato lo stato di emergenza.
La situazione fuori dal Brasile
Non solo Brasile e Sudamerica. La Dengue preoccupa anche a Est, per esempio in Vietnam, dove la capitale Hanoi ha registrato 513 casi di infezione da inizio 2024, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2023.
I rischi in Italia
Scongiurare il rischio che la Dengue diventi endemica in Italia «la vedo un'impresa non facile», che richiederà «anche uno sforzo corale da parte dei cittadini», oltre che delle istituzioni. Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, dopo la nuova circolare con cui il ministero della Salute punta soprattutto a impedire che la zanzara Aedes aegypti, vettore del virus Dengue, possa arrivare nel nostro Paese e stabilirvisi come ha già fatto la sua “cugina” Aedes albopictus, alias zanzara tigre.
Fra le ipotesi a cui lavora la direzione generale Prevenzione sanitaria, c'è quella di test volontari sui viaggiatori che sbarcano in Italia dalle aree del mondo più colpite dalla Dengue. «Non è facile bloccare l'ingresso di un'altra specie di zanzare», osserva Pregliasco. «Lo abbiamo visto con la stessa zanzara tigre», specie invasiva «che in breve tempo si è diffusa in modo molto importante» lungo la Penisola. Zanzara tigre che, precisa l'esperto, già rappresenta un possibile vettore di Dengue: «È vero che non è come l'aegypti, ma anche lei può trasmettere il virus», avverte.