Carlo Pellegrini così come il fratello Enrico e la sorella - che ora vive in provincia di Treviso - avevano lasciato Mirano nel 1987.
IL PRATICANTATO
Non solo Mirano però. Lo stesso Carlo, ora in carcere a Trento con il sospetto di essere il killer di suo fratello maggiore, nel Veneziano aveva anche provato a costruirsi una carriera professionale tentando la strada dell'avvocatura, poi raggiunta senza però mai esercitare in aula e indossare quindi la toga. Per la pratica legale - utile ai fini dell'accesso all'esame di avvocato - Carlo Pellegrini aveva scelto lo studio Parziale di Mestre: «Quello che posso dire è che il dottor Carlo Pellegrini è stato un brillante praticante dello studio, molto per bene, diversi anni fa. Siamo molto stupiti del provvedimento di fermo per un inesistente pericolo di fuga» ha commentato ieri pomeriggio l'avvocato Carmela Parziale, che lo aveva seguito nella pratica legale e che da domenica sera è il suo avvocato di fiducia in questo inizio di causa legata alla scoperta del corpo senza vita del fratello, della cui morte Carlo è il primo sospettato.
LA SINDACA
«È una tragedia - ha ammesso ieri il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello - qualunque sia il risvolto che emergerà dalle indagini, non posso far altro che dire che sono fatti che toccano». E ieri, quando la notizia si è diffusa e si è capito che Mirano non giocava un ruolo laterale in questa vicenda accaduta dall'altra parete dell'Italia, in città si sono rincorse le voci e le domande a capire chi e quando fossero stati visti per l'ultima volta i fratelli Pellegrini. «Il padre Rodolfo - ha aggiunto la sindaca Pavanello - era tornato ultimamente a vivere qui per poi andarsene di nuovo. Quando abbiamo capito chi fossero i protagonisti della storia, mi sono resa conto che sono dello stesso anno di nascita di Enrico (la vittima, ndr) e che con lui ho condiviso un anno a scuola, se non sbaglio alle medie. Poi ci eravamo persi di vista, loro si erano trasferiti e pensavamo fossero andati a vivere all'estero».
Nessun contatto invece con il presunto assassino che aveva lasciato Mirano assieme alla famiglia, sul finire degli anni Ottanta: «Di lui non mi ricordo» ha precisato il sindaco. Il silenzio è stato ciò che ha avvolto gli zii dei due fratelli, l'architetto Alberto Pellegrini e la moglie Annamaria Tomaello, colpiti dalla tragedia accaduta a Torino che, di colpo, ha spezzato una famiglia che a Mirano viene descritta come amata e rispettata. Per una città che aspetta l'esito delle indagini e si interroga su cosa sia successo in quella cantina.
N. Mun.