TRIESTE - «Vorrei morire col sorriso sul viso, nel Paese dove ho scelto di vivere, e dove ho pagato le tasse». È il video appello ai parlamentari di Martina Oppelli, di 49 anni, dall'età di 28 affetta da sclerosi multipla, che ha diffidato l'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (Asugi) dopo il diniego ad accedere al "suicidio medicalmente assistito", come annunciato dall'Ass.Luca Coscioni. La donna ha detto che il suo non è un suicidio ma eutanasia e presto potrebbe "essere costretta" ad andare in Svizzera per accedere alla morte volontaria assistita.
L'appello della donna
«Dipendo totalmente da altri. Come mangio? Come bevo?», chiede nel video.
La diffida
A febbraio 2024 Martina Oppelli, assistita dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, ha diffidato l'azienda sanitaria affinché procedesse alla immediata rivalutazione delle sue condizioni di salute. L’azienda sanitaria ha però negato questa possibilità sostenendo di non avere alcun obbligo a rivedere un proprio precedente provvedimento e che tale richiesta di revisione contrasta con il principio di “economicità” nella pubblica amministrazione. Martina Oppelli ha depositato, tramite i propri legali, un ricorso d’urgenza per chiedere che Asugi venga condannata alla rivalutazione del requisito del “trattamento di sostegno vitale” e alla individuazione del farmaco letale, delle sue quantità e della modalità di autosomministrazione in modo da poter accedere al sucidio medicalmente assistito in Italia.