Sofia Stefani, la vigilessa uccisa e il collega accusato di omicidio avevano un appuntamento. Un testimone: «La lite e poi il boato»

Giampiero Gualandi accusato di omicidio volontario, oggi l'interrogatorio di garanzia

Venerdì 17 Maggio 2024 di Sara Fanti
Sofia Stefani, la vigilessa uccisa e il collega accusato di omicidio avevano un appuntamento. Un testimone: «La lite e poi il boato»

Sofia Stefani e Giampiero Gualandi avevano un appuntamento.

Non si sa se per parlare della loro relazione, conclusa da poco, o per ragioni di lavoro: alla 33enne infatti non era stata rinnovato il posto a Sala Bolognese (per motivi ancora poco chiari) e il 62enne, in qualità di sindacalista, la stava aiutando. «Si sono sentite due persone che discutevano. Poi il boato», ha raccontato un testimone.

Giampiero Gualandi, chi è il vigile urbano bolognese accusato di aver ucciso la collega Sofia Stefani

Ci sono ancora molte ombre attorno alla tragedia che giovedì ha colpito il paese di Anzola, nel Bolognese. A perdere la vita, in un ufficio del piano terra del comando di Polizia Locale, Stefani, ex vigilessa del comando gemellato di Sala Bolognese. Il colpo che fatale è partito dalla pistola di ordinanza detenuta da Gualandi, agente della municipale di Anzola, sposato e con famiglia, con cui è ormai assodato, per sua stessa confessione, la vittima aveva avuto una relazione. All’alba di ieri l’uomo è stato portato nella Casa circondariale Rocco d'Amato di Bologna, dove è detenuto in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Nelle lunghe ore trascorse nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, Gualandi si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del pm Stefano Dambruoso. Oggi è previsto l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Domenico Truppa.


LA VICENDA

Il 62enne è stato il primo a chiamare il 118. Non ha opposto resistenza al fermo dei carabinieri e, lì per lì, aveva dichiarato: «È stato un incidente. Stavo pulendo la pistola mentre parlavamo in ufficio ed è partito un colpo», ammettendo, anche il rapporto extraconiugale avuto con la vittima. «Sono stato io a suggerire al mio cliente di non rispondere alle domande del pm - ha spiegato l’avvocato Claudio Benenati - Non avevamo ancora avuto modo di parlarci. Domani (oggi, ndr) daremo tutte le spiegazioni dettagliate di quanto avvenuto. Si è trattato di una tragica fatalità, un incidente. Il mio cliente si occupa di pratiche amministrative per la Municipale, ovvero sta in ufficio. Ma detiene una pistola come di prassi e altrettanto di prassi due volte l’anno va al poligono di tiro. Ci doveva tornare a breve e con un collega, il giorno prima, avevano tirato fuori le pistole dall’armeria per pulirle. Quanto accaduto è proprio una fatalità e spiegheremo il perché al gip, certi che anche le analisi dei Ris confermeranno la nostra tesi». Il colpo ha colpito la Stefani in pieno volto, sotto l'occhio sinistro causandole uno shock emorragico fatale che l'ha lasciata al suolo senza vita, rendendo inutile anche l'intervento dei sanitari del 118.

 


LA RELAZIONE

Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, che hanno sentito anche molti amici e parenti, il rapporto tra i due (coniugato lui, fidanzata lei) durava da qualche mese, ma era molto turbolento. Un tira e molla continuo di cui, però, ad oggi, pare che molti colleghi non sapessero nulla. Solo pochi intimi erano a conoscenza di quello che c’era tra Sofia e Giampiero. «Avevamo notato alcuni sguardi furtivi, a volte, ma poco più». I due, infatti, non erano stati colleghi “a stretto contatto” a lungo: lui perlopiù era in ufficio ad Anzola, lei in servizio a Sala Bolognese. Qualche chilometro più in là che colmavano, a quanto pare, incontrandosi nel tempo libero. Che fossero solo amici era quello che credeva anche un’amica della Stefani, come ha dichiarato a Pomeriggio Cinque. C'è chi, volendo rimanere nell'anonimato, confessa di aver saputo che giovedì avevano un appuntamento. Quello che ai soccorritori in un primo momento era parso un gesto estremo della 33enne, non ha convinto da subito i carabinieri intervenuti.


Gualandi, classe ‘61, ha sempre percorso la carriera nella municipale anche nel ruolo di comandante, quando il Corpo era unificato per i comuni di Terre d’Acqua. Sofia, bolognese doc, aveva la passione per quello che faceva: oltre al lavoro, si dedicava al pattinaggio, al volontariato e alla politica, tanto che militava tra le fila dei Dem sul territorio bolognese. «Sempre presente alle iniziative pubbliche, animata da impegno civico coltivato in famiglia. Mi aveva scritto pochi giorni fa per farmi gli auguri», ha ricordato Davide Dall'Omo, sindaco di Zola Predosa, paese vicino ad Anzola.

Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 13:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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