Viterbo senza giudici, caos in tribunale. Si rischia un'ondata di prescrizioni

Mercoledì 25 Gennaio 2023
Viterbo senza giudici, caos in tribunale. Si rischia un'ondata di prescrizioni

Dalle difficoltà organizzative alla paralisi delle udienze.

Con processi rinviati oggi anche a un anno. Al Tribunale penale di Viterbo da mesi regna il caos. Ogni giorno vengono rinviati decine di procedimenti per mancanza di giudici, oltre alla difficoltà per comporre un collegio con togati o semplicemente per affidarli ai nuovi magistrati appena arrivati nella Tuscia. E la nuova riforma Cartabia di certo non sta aiutando a ristabilire la bussola, almeno per ripartire con l'ordinaria amministrazione. Considerando che per ogni procedimento che arriva al giudice monocratico dovrà essere celebrata un'udienza pre-dibattimentale, destinata a coinvolgere un giudice del dibattimento diverso da quello del processo. E in un tribunale che vive già molteplici difficoltà, potrebbe essere il colpo finale.

Udienze rinviate e posticipate, Alabiso: «Stiamo lavorando, è una confusione costruttiva»

A scatenare l'ondata di confusione, e i relativi slittamenti a data da destinarsi delle udienze, è stato un effetto domino iniziato nell'autunno del 2021. Quando l'allora ministra della Giustizia, Marta Cartabia, scelse la presidente del Tribunale viterbese Maria Rosaria Covelli come capo degli ispettori del ministero. Il trasferimento di quest'ultima vide il trasloco a Roma anche della giudice, coordinatrice del settore penale viterbese, Silvia Mattei. In quel periodo il Tribunale era a pieno organico: 5 giudici penali che ogni giorno concludevano fino a 30 processi monocratici, per due volte a settimana, oltre alle oltre 20 udienze collegiali.

PARTENZE E ARRIVI
Già pochi mesi dopo, a inizio 2022, i magistrati viterbesi continuarono a diminuire, a causa di malattie e trasferimenti. L'ultimo avvenuto proprio pochi giorni fa. Nonostante da settembre scorso a oggi siano arrivate tre nuove giudici a sostituire le partenze e anche il nuovo presidente del Tribunale (Francesco Oddi, insediatosi il primo dicembre del 2022), l'ordinaria posticipazione delle udienze non ha subito cambiamenti. Anzi, al momento la maggior parte dei processi fissati in ruolo viene rinviato - alcuni anche di un anno - per la sola calendarizzazione. Una sorta di udienze-ponte per riprogrammare.

Questa prassi vale per i procedimenti del collegio, come per quelli del giudice monocratico. Vengono trattati solamente procedimenti con detenuti, mentre hanno una via preferenziale quelli relativi al codice rosso (violenze domestiche e sessuali, stalking ecc.) con vittime parti civili. Il resto slitta. Le udienze al momento sono tenute per fissare uno smistamento per nuove assegnazioni di giudici. Con questi tempi di lavoro, in totale a Viterbo ogni giorno saltano fino a 20 processi. E solo una piccola parte (come ieri, con un solo processo su 6 nel ruolo del collegio) viene trattato.

L'INCHIESTA SULLE AUTO A NOLO
Hanno subito questa sorte anche procedimenti che pendono da anni e giunti ormai alla fase finale. E che rischiano, con l'entrata in vigore delle nuova riforma, perfino di ricominciare. O di finire direttamente nell'oblio della prescrizione. È il caso del processo scaturito dalla maxi-operazione della polizia stradale (indagini del 2011), sul riciclaggio internazionale di auto di lusso. Il collegio del tribunale di piazzale Falcone e Borsellino, nell'ultima udienza, ha deciso di rinviare tutto a ottobre prossimo, nonostante a settembre arriverà puntuale la prescrizione. I 24 imputati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale di auto. Undici le parti offese, società di autonoleggio come Avis, Europcar e Hertz, per un giro di affari stimato di oltre 6 milioni di euro.

Ma questo non è l'unico procedimento che rischia di chiudersi con un niente di fatto. Il procedimento per estorsione aggravata dal metodo mafioso, per cui sono imputati due piccoli imprenditori locali (operazione della Dda di Roma conclusa nel 2019), arrivato alle arringhe finali è slittato di mesi. Con il rischio che debba ricominciare da capo. Lasciando appesi al loro destino non solo gli imprenditori, su cui pende un'accusa mafiosa, ma anche tutte le parti civili coinvolte. Che aspettano un risarcimento dei danni subiti.

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 20:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA