Addio piccoli comuni: spopolamento, nel Viterbese sette rischiano la scomparsa

Domenica 5 Dicembre 2021
Lubriano

Centinaia di piccoli comuni italiani potrebbero sparire nel giro di 50 anni.

A lanciare l'allarme è l'Istat nel suo ultimo rapporto sulla popolazione. A rischio sono soprattutto quelli con meno di mille abitanti: nella Tuscia sono 7 i comuni sotto questa soglia.

Lavoro, l'Istat: «L'occupazione a ottobre è cresciuta ma solo per gli uomini»

Un fenomeno, quello dello spopolamento, al quale l'Italia assiste in maniera più vigorosa da 15 anni. «Già dal 2007 - si legge nel rapporto - l'Italia sta affrontando la realtà di un ricambio naturale negativo, fattore alla base del processo di riduzione della popolazione, nonostante la parziale contropartita di dinamiche migratorie con l'estero di segno positivo». In tale quadro, aggiunge l'Istat, «gli scenari previsivi di nascite e decessi ingigantiscono tale processo, misurando la tendenza a registrare annualmente saldi negativi per il movimento naturale della popolazione».

I NUMERI
Nella Tuscia l'evidenza ha radici meno profonde ma il medesimo impatto: nel giro di sette anni infatti il Viterbese ha perso 15mila residenti passando da un popolazione da 322.195 a 306.802 con un calo ulteriore atteso nel 2022. Prima causa dal fenomeno, del quale l'Istat sottolinea «l'importante ricaduta sociale», è l'andamento negativo della curva della natalità che se da una parte favorisce il calo demografico, dall'altra contribuisce ad alzare l'età media della popolazione.

Al crollo delle nascite del 2020, al minimo storico in Italia con 404mila, potrebbe seguire uno ancora più vistoso nell'anno incorso con una diminuzione tra il 3 e il 5% tra i 384mila e i 393mila: un numero di nati da scenario di guerra. Un trend che segue anche il Viterbese: nei primi otto mesi dell'anno infatti i nuovi nati sono stati 1.141 mentre 2.642 sono stati i decessi.

IL CASO
«Numeri che fanno male - spiega Valentino Gasparri, sindaco di Lubriano, poco meno di 900 abitanti affacciati sui calanchi - perché quando muore un paese non sono solo le case a restare vuote, ma tutto quel complesso di cultura, tradizioni e storia che sono parte della nostra memoria collettiva e della unicità di questa nazione». Proprio Lubriano, nel periodo gennaio agosto 2021 è tra i comuni in cui il tasso di mortalità è cresciuto in maniera più vistosa: sono stati 18 i decessi contro i 9 dell'anno precedente.

«Per un paese come il nostro, in un periodo storico dove non si fanno più figli, la sopravvivenza è legata a un piano di ripopolamento che punta su incentivi e qualità della vita sostenibile ma non solo: serve creare occupazione. Non si resta in un posto dove non c'è lavoro o possibilità di costruirsi una famiglia conclude Gasparri -. Da quello che ho visto, però, non sembra esserci troppa intenzione di intervenire. Anche nel Pnrr i fondi destinati ai Comuni e alla loro riqualificazione sono fin troppo esigui».
 

Ultimo aggiornamento: 20:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA