Tuscia, una vendemmia da record negativo: rischio meno 50% `

Domenica 14 Agosto 2022
Tuscia, una vendemmia da record negativo: rischio meno 50% `


Vendemmia, il calo di produzione potrebbe essere da record (negativo).

Secondo Coldiretti fino al 50%. «I numeri purtroppo sono questi spiega il presidente viterbese dell'associazione Mauro Pacifici e siamo molto preoccupati».

L'aridità della stagione ha compromesso lo sviluppo del frutto. A salvarsi solo chi ha avuto la possibilità di irrigare i filari con continuità.

A spiegare la difficoltà del momento è stato, nei giorni scorsi, il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: «Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova tutto il settore dell'agricoltura, parlando della viticoltura assistiamo a una stagione veramente anomala e straordinaria. Somiglia a quella del 2003, ma questa è una siccità molto più dura e profonda, alla quale si unisce un altro elemento pericoloso, che sono le alte temperature che, assieme alla siccità, costituiscono un ambiente sicuramente non adatto affinché la vite possa fruttificare nel migliore dei modi».

La scarsità di frutti e insieme la preoccupazione per il ripetersi di grandinate che potrebbero danneggiare ulteriormente il raccolto ha spinto alcuni viticoltori dell'area del litorale ad anticipare la vendemmia di quindici giorni rispetto alla normale tabella di marcia.

«Abbiamo iniziato già da qualche giorno - spiega Filippo Lotti, titolare di un'azienda agricola biologica a Cellere - ma le difficoltà della stagione sono evidenti, non siamo riusciti a salvarci ma chi non ha avuto la possibilità di irrigare rischia una diminuzione importante del prodotto». Alla ormai certezza di un raccolto inferiore «perché - continua Lotti - anche se piovesse ora la pianta non ne troverebbe giovamento, la pioggia serviva due mesi fa», c'è il rischio di una qualità inferiore.

Lo stress idrico e le temperature sopra le media (+2,88 gradi a giugno rispetto alla media su valori vicini al massimo registrata nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr) sono stati causa di uno sviluppo disarmonico del grappolo e di un su mancata maturazione: uva più acerba uguale a minore qualità.

«Lavorare in queste condizioni è sempre più difficile - conclude Lotti -. I prossimi anni saranno ricchi di cambiamenti e nuove sfide». I problemi per i viticoltori non si esauriscono però all'uva che manca. Spiega ancora Coldiretti come a pesare sulla prossima annata sarà un aumento medio dei costi di produzioni del 35%. Per acquistare una bottiglia di vetro le imprese vitivinicole dovranno pagare il 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.

Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell'ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%.
«I costi di produzione a carico delle cantine balzano a causa dei rincari della bolletta energetica e delle materie prime conclude Pacifici - mentre calano al dettaglio i prezzi del vino: è la tempesta perfetta».
 

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