Stupro al pub di Casapound, la difesa: «Ecco le motivazioni della richiesta d'appello»

Sabato 4 Luglio 2020 di Maria Letizia Riganelli
Chiricozzi e Licci
Stupro al pub di Casapound, pronto l'appello della difesa. Martedì 14 luglio gli avvocati di Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, condannati in primo grado rispettivamente a 3 anni e 2 anni e 10 mesi di reclusione, discuteranno davanti ai giudice della Corte d'Appello. L'obiettivo è quello di ridurre la pena inflitta ai due ventenne dal gip del Tribunale di Viterbo. Secondo gli avvocati Giovanni Labate, Domenico Gorziglia e Marco Valerio Mazzatosta, che assistito i due ragazzi fin dal primo giorno, sarebbe errato il calcolo delle attenuanti che ha portato alla pena finale. Chiricozzi e licci sono stati condannati il 25 novembre con rito abbreviato per violenza sessuale di gruppo. La notte tra il 12 e il 13 aprile i due ventenni portarono una 36enne di Viterbo nel pub ad uso esclusivo di Casapound e qui per ore la violentarono. Una violenza ripresa con i cellulari e poi condivisa con amici e parenti. Nessun dubbio, per la giudice di primo grado, che si sia trattato di violenza sessuale di gruppo. I video, girati dagli stessi imputati, sono stati una prova inconfutabile. «La donna - ha scritto nelle motivazioni il gip - non era in condizioni di dare un valido consenso alle reiterate attività sessuali cui veniva sottoposta, che si svolgono in silenzio assordante interrotto da insulti e da frasi sconnesse della ragazza». Non solo, quando la ragazza disse basta, basta, i suoi lamenti non sortirono alcun effetto, i due continuarono a porre in essere atti sessuali di vario genere, indifferenti alla richiesta di smettere. «Si capisce - ha continuato - dalle poche parole che i due giovani si scambiano che gli stessi hanno continuato a dare, pur quando la donna non era più in condizioni di fornire un valido consenso, ciò che loro pareva, in totale dispregio della persona che avevano davanti. Ciò basta per ritenersi integrato il reato di violenza sessuale di gruppo». Ma se la violenza sessuale di gruppo è stata provata, non lo è stato il reato di lesioni. I due ventenni sono infatti stati assolti dall'accusa perché non emerse la prova del famoso pugno che secondo la vittima le sarebbe stato tirato da uno dei due giovane. Più probabile che le lesioni riportate siano state il frutto di una caduta accidentale. Durante l'udienza di martedì 14 luglio sarà presente anche l'avvocato di parte civile Franco Taurchini, pronto a chiedere il conto dei danni non ancora versati.
 
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