Stop al bivacco, panino seduti solo sulle panchine: c'è l'ordinanza, che però Frontini nel 2019 contestava

Martedì 19 Luglio 2022
Stop al bivacco, panino seduti solo sulle panchine: c'è l'ordinanza, che però Frontini nel 2019 contestava

Non c'è più bivacco nemmeno con Chiara Frontini.

O almeno è vietato, fino al 30 settembre, dentro le mura. La sindaca ha infatti firmato l'ordinanza anti venerdì scorso, imponendo una multa da 25 a 500 euro ai trasgressori. Tre anni fa però contestava duramente quella analoga del suo predecessore Giovanni Arena, tanto da arrivare mettere in dubbio i suoi requisiti di amministratore a causa di questa.

Intanto, ecco ciò che è proibito oggi. «È posto il divieto di sedersi, sdraiarsi o dormire sul suolo pubblico o ad uso pubblico - si legge nell'atto della sindaca - sulla soglia, sulla pavimentazione, sui muretti, sui gradini posti all'esterno degli edifici pubblici e privati, scolastici ed universitari, dei monumenti, delle fontane e dei luoghi di culto, sugli arredi urbani».

Non si può inoltre «mangiare e bere occupando con alimenti, contenitori, sacchi, carte o altri oggetti il suolo pubblico o ad uso pubblico, le soglie, le pavimentazioni, i muretti, gli arredi urbani, i gradini posti all'esterno degli edifici pubblici e privati, scolastici ed universitari, dei monumenti e dei luoghi di culto».

C'è però una deroga, che con Arena non era prevista. «Sulle panchine pubbliche è consentito sedersi, bere e consumare alimenti, adottando un comportamento consono al decoro pubblico ed al senso civico, a condizione che detti arredi non vengano imbrattati o ingombrati con alimenti, contenitori, sacchi, carte e quant'altro».

Facendo un rapido raffronto con l'atto firmato il 18 ottobre del 2019 dal precedente sindaco, si nota che oggi è caduto un divieto, quello di sedersi, sdraiarsi e dormire sugli spazi verdi: l'ordinanza di Frontini non lo contempla.

Però tre anni fa Viterbo 2020 con Arena c'era andata pesantissima. «Ci dissociamo con forza», era la premessa, per poi arrivare a dire che se «da una parte può essere condivisibile il divieto di sdraiarsi a terra e dormire nei luoghi pubblici, dall'altra impedire ai singoli cittadini o magari ai turisti di mangiarsi una crocchetta di patate in santa pace seduti sui gradini di una chiesa è un rimedio peggiore del male ed equivale a buttare il bambino con l'acqua sporca, criteri di azione che non solo fanno cattivo l'amministratore ma inducono lecitamente a dubitare se chi amministra sia in possesso dei requisiti per farlo».

La crocchetta davanti alla chiesa però resta vietata come allora.

Ultimo aggiornamento: 17:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA