Rapina alla gioielleria Bracci, parte il processo al mandante Giuseppe Trovato e al basista Antonio Loria.
Per portarlo a termine i rapinatori furono costretti a legare col nastro i commessi, sparare e ferirsi. Gli esecutori materiali della rapina sono già stati condannati. A far finire i nomi di Trovato e Loria nel registro degli indagati per questo colpo sarebbero state le intercettazioni e alcune soffiate. Intercettazioni che ieri mattina il pm Chiara Capezzuto ha chiesto che vengano trascritte e portate all’attenzione del collegio del Tribunale di Viterbo.
Il boss di mafia viterbese in quel periodo era sotto “osservazione” e intercettato telefonicamente per l’operazione Erostrato. L’avviso di conclusione indagini per la rapina è arrivato solo dopo 25 mesi ma ha ricostruito interamente un colpo che ha lasciato sgomenta la città. I due nuovi nomi, Trovato e Loria, avrebbero avuto ruoli di spicco. Trovato, il mandante, avrebbe fornito alloggi e mezzi per scappare e poi avrebbe monetizzato i preziosi rubati. Loria invece sarebbe stato il basista, avrebbe istruito i malviventi indicando non solo come muoversi in città ma anche dove fosse la cassaforte e i cassetti da svuotare.
E prima di fare il colpo, alle 13 qualche istante prima della chiusura avrebbe offerto il pranzo nella sua pizzeria alle due coppie di esecutori. I primi testimoni arriveranno in aula il 28 marzo 2023. Loria risponde anche di spaccio di cocaina.