A processo per violenza sessuale sulla sorellastra adolescente

Mercoledì 9 Febbraio 2022
Aula

Perde la testa per la sorellastra adolescente e quando viene scoperto per vendetta pubblica le sue foto hard.

A processo un 31enne del viterbese per violenza sessuale, diffusione e condivisione di materiale pedopornografico. In una pendrive conservava 136 foto della sorellastra completamente nuda.

Sorellastra di cui si era totalmente invaghito, per foto che in un momento di rabbia avrebbe inviato, con un numero diverso, alla madre di lei (sua matrigna) e che avrebbe messo come foto profilo di Whatsapp.

Ieri davanti al collegio del Tribunale di Viterbo hanno raccontato cosa è successo appena due anni fa i rispettivi genitori, della vittima minorenne e dell’imputato trentenne, che da anni sono sposati. Marito e moglie che si sono trovati a condividere figli avuti da precedenti matrimoni. «Ho saputo che mia figlia 15enne - ha raccontato la madre in aula - aveva una relazione con il figlio di mio marito (allora 28enne) dalle chiacchiere del paese. Non ci volevo credere perché per me era come un figlio, lo lasciavo spesso a badare ai miei bambini. Invece era tutto vero. Lei era stata completamente soggiogata da lui. Ho fatto una scenata e la relazione si è interrotta».

Almeno per la minore, che da quella esperienza ne è uscita a fatica. Tra visite in ospedale, attacchi di panico e psicologo. «Ovviamente dopo che la relazione era finita non si è rassegnato. Io avevo presentato denuncia e lui era stato allontanato con provvedimento del giudice. Non poteva avvicinarsi a lei, ma un giorno è andata a prenderla a scuola». Aver violato l’allontanamento è costato all’imputato la libertà. Pochi giorni dopo infatti è finito ai domiciliari.

L'arresto avrebbero scatenato la sua rabbia. «A primavera di tre anni fa - ha raccontato il padre del 31enne - ho ricevuto un suo messaggio che mi preannunciava che avrebbe pubblicato le foto della sorellastra nuda». Poco dopo infatti sul suo profilo Whatsapp è apparsa la foto della ragazzina nuda con le parti intime coperte da stelline. La madre della minore è di nuovo corsa dai carabinieri che in poco tempo hanno sequestrato pc, telefono e pendrive del trentenne. Tutto materiale che è stato analizzato dalla polizia postale di Roma. Del caso infatti si è occupata la Dda, competente per questo tipo di reati.

«Abbiamo analizzato tutto - ha spiegato il tecnico informatico - nel pendrive chiamata “amore mio” erano presenti 136 file. Erano tutte foto della ragazza completamente nuda, fatte nel medesimo contesto. Scattate a marzo del 2019. Visualizzate l’ultima volta poche ore prima del sequestro».

Ultimo aggiornamento: 18:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA