Costringeva le adepte a bere la sua urina e a praticare favori sessuali: parte il processo per il santone di Acquapendente. Il maestro Lino, al secolo Pasquale Gaeta, ieri è arrivato in Tribunale per la prima udienza davanti al collegio.
Il sessantenne napoletano leader della comunità “Qneud” (acronimo di Questa non è una democrazia) è accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale ai danni di due ragazze e esercizio abusivo della professione di psicologo. Parti civili la mamma di una delle due presunte vittime, una giovane adepta e l’ordine degli psicologi.
A far scoppiare il caso fu la mamma di una delle presunte vittime.
Nella comunità del maestro Lino però sarebbero entrate diverse ragazze, tutte con l’intenzione di percorrere il “cammino catartico” e purificarsi. Cammino che, per la pm Paola Conti che ha indagato sul caso raccogliendo oltre 2.500 atti d’indagine, si sarebbe trasformato in un vero e proprio plagio. Psicologico e sessuale.
La figlia della donna parte civile, assistita dall’avvocato Vincenzo Dionisi, che è stata già ascoltata durante l’incidente probatorio, si è completamente disinteressata della vicenda e non è più assistita da un difensore. Probabilmente sarà costretta a intervenire nel processo come testimone. La ventenne il 23 maggio 2019 ha negato con lucidità e forza qualsiasi tipo di influenza da parte del maestro Lino, affermando di essere entrata in quel posto lucida e consapevole.
«Sto seguendo un percorso karmico - disse - nessuna violenza e nessun maltrattamento». Sulla giovane è stata anche disposta una perizia. La mamma della ragazza, che ha smosso mari e monti per salvare sua figlia, è convinta del contrario. «Mia figlia - ha detto al termine dell’udienza preliminare - è stata ed è tuttora plagiata».
Per il gip Francesco Rigato, che dispose l’allontanamento del santone dalla ventenne, si sarebbe trattato di uno «stato di sudditanza psicologica», in quanto l’uomo è «particolarmente abile nell’utilizzare argomentazioni di carattere religioso/esoterico per farle credere che le pratiche che la induce a porre in essere siano finalizzate a un innalzamento dell’anima».
Il processo al santone di Acquapendente entrerà nel vivo solo a luglio, quando saranno ascoltati i primi testimoni. Pasquale Gaeta, che ha sempre spedito al mittente tutte le accuse, ieri è arrivato in aula sicuro di sé e non ha battuto ciglio nemmeno davanti al collegio. L’imputato è assistito dall’avvocato Bruno Barbaranelli.