Omicidio del piccolo Matias, il padre presenta appello e spera in uno sconto di pena

Giovedì 17 Novembre 2022 di Maria Letizia Riganelli
La Corte d'Assise che ha giudicato Tomkow

Omicidio del piccolo Matias, il padre presenta appello e spera in uno sconto di pena.

A un anno dalla morte del bambino di Cura di Vetralla soffocato e accoltellato dal papà arriva la richiesta della difesa di riformare la sentenza di primo grado.

La Corte d’Assise di Viterbo l’8 luglio scorso aveva condannato Mirko Tomkow alla pena dell’ergastolo ritenendolo responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. La difesa di Tomkow, avvocato Paolo Grazini, propone alla Corte d’Appello una nuova ricostruzione dei fatti, che spiegherebbe non solo che non esiste la premeditazione ma che la morte di Matias sia stata causa per omicidio colposo. Il manovale 45enne il 16 novembre dello scorso anno uccise il figlio che era appena tornato da scuola. Lo aspettava nascosto in casa, casa dalla quale era stato allontanato per i maltrattamenti contro la moglie. Un omicidio brutale e premeditato.

«Matias - spiegano i giudici nelle motivazioni - è morto per asfissia meccanica violenta provocata dall’applicazione di nastro adesivo sulla bocca e sul naso (con conseguente soffocamento) e per anemia metaemorragica causata da lesioni inferte con mezzo da punta e taglio, che ha penetrato il cranio il collo e il torace». Prima soffocato e poi finito con tre coltellate verso organi vitali. L’avvocato Grazini però ribalta la situazione e chiede alla Corte d’Appello di assolvere Tomkow dai maltrattamenti: «perché non c’è prova, la compagna non ha mai sporto denuncia».

Ma soprattutto è convinto che quello di Matias sia stato un omicidio colposo. «Il nastro messo sul viso del bambino non era stato applicato per uccidere ma per farlo tacere, particolare che potrebbe portare a riqualificazione da doloso a colposo».

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