Più ore al chiuso, tra lavoro e scuola.
Un trend, quello della Tuscia, in linea con quanto avviene nel resto della regione. "Oggi nel Lazio su 4.442 tamponi molecolari e 15.333 tamponi antigenici per un totale di 19.775 tamponi, si registrano 3.161 nuovi casi positivi (-48), 1 decesso (-1), 405 i ricoverati (+30), 24 le terapie intensive (-1) e +2.039 i guariti", ha fatto sapere in una nota l'assessore Alessio D'Amato. Che ammette: “Nuovo aumento del numero complessivo dei casi su base settimanale" nel Lazio, con un "+24%, e l'incidenza passa a 238 per 100 mila abitanti (era 191 la scorsa settimana)", con anche "il valore Rt in aumento a 0,99", sfiorando quindi la soglia epidemica di 1.
La risalita autunnale, seppur prevedibile, si sta rivelando maggiore delle previsioni: lo scorso anno, a oggi, i casi nel Viterbese erano meno di un terzo. Sul banco degli imputati è la variante Omicron 5. Lo stesso accade a livello nazionale. “C'è stata in poco più di 48 ore una rapida e anomale risalita dei contagi Covid, davvero significativa. Fuori scala rispetto alla risalita che avevano registrato la scorsa settimana”, ha dichiarato Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell'Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19, gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid-19, commentando il report della Fondazione Gimbe che registra dati Covid in risalita, +34% contagi e +4,5% ricoveri in 7 giorni.
Resta però che, complice la copertura vaccinale, il tasso di ospedalizzazione resta contenuto. Anzi, nel Viterbese la maggioranza dei 25 pazienti Covid si trova ricoverato per patologie preesistenti all’infezione.