Mercato del lavoro in profondo rosso.
«Dati che rispecchiano anche quelli della nostra provincia – spiega il segretario della Uil Giancarlo Turchetti - ,e che chiedono una risposta immediata con una terapia d’urto». Con una differenza, se il calcolo occupazionale provinciale è sotto di qualche decimale rispetto alla media nazionale, tra i giovani le cose vanno molto peggio.
«Siamo una provincia in cui la domanda è almeno tre volte superiore all’offerta – spiega Turchetti -. Non siamo in grado di generare lavoro, non da oggi ma da trent’anni a questa parte. La domanda che dobbiamo farci non è perché i giovani scappano, ma perché dovrebbero restare».
Una fuga verso centri più attrattivi, se non all’estero, testimoniata anche dal dato Istat sullo spopolamento con l’età media salita di quasi 5 anni in meno di due decenni. «Per le donne, poi, va ancora peggio – continua Turchetti - La pandemia ha messo a nudo tutte le fragilità e l’inadeguatezza degli ammortizzatori sociali con il peso della famiglia ricaduto interamente su di loro. Il risultato è che molte sono state costrette a scegliere tra lavoro e la casa».
L’uscita dal tunnel, secondo il segretario UIL, è un percorso lungo legato a una serie di fattori: la fine della pandemia, la realizzazione delle infrastrutture «necessarie per porre fine all’isolamento»., e il potenziamento dell’offerta turistica. «Abbiamo un territorio unico ma non sappiamo cosa farci nè come promuoverlo, purtroppo la verità è questa – continua Turchetti - anche se con un progetto a lungo termine la Tuscia, che non ha un polo industriale strutturato eccezione per Civita Castellana, potrebbe iniziare a vivere di questo. I benefici per l’occupazione sarebbero importanti».
Questo nel lungo periodo. Ma nell’immediato c’è un passaggio nel rapporto che inquieta ancora di più, è quello legato alle misure di policy messe in campo per fronteggiare gli effetti della pandemia (in primo luogo la Cig) che, si legge, "hanno mitigato l’impatto negativo sull’occupazione". «Significa che senza un prolungamento del blocco dei licenziamenti, allo studio ma non ancora approvato, rischiamo di vedere centinaia di lavoratori per strada», dice Turchetti.