Violenza sessuale e maltrattamenti: rinviato a giudizio il santone di Acquapendente

Giovedì 15 Aprile 2021 di Maria Letizia Riganelli
Virginia Adamo madre di una delle vittime, avvocato Vincenzo Dionisi e criminologo Sergio Caruso

Costringeva le adepte a bere la sua urina e a praticare favori sessuali, rinviato a giudizio il santone di Acquapendente.

Il maestro Lino, al secolo Pasquale Gaeta, dovrà affrontare il processo davanti al collegio del Tribunale di Viterbo.

Il sessantenne napoletano, leader della comunità “Qneud” (acronimo di Questa non è una democrazia) dell'Alto Lazio, è accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale ai danni di due ragazze e esercizio abusivo della professione di psicologo. A far scoppiare il caso la mamma di una delle presunte vittima. La donna, che non riusciva più ad avere contatti con la figlia 24enne, con uno stratagemma avrebbe messo dei registratori a casa dell’uomo dove avrebbe scoperto che la figlia era diventata una schiava. Subito dopo ha presentato denuncia.

Nella comunità del maestro Lino però sarebbero entrate diverse ragazze, tutte con l’intenzione di percorrere il “cammino catartico” e purificarsi. Cammino che, per la pm Paola Conti che ha indagato sul caso raccogliendo oltre 2500 atti d’indagine, si sarebbe trasformato in un vero e proprio plagio. Ieri durante l’udienza preliminare si sono costituite parte civile, la mamma di una delle due vittime assistita dall’avvocato Vincenzo Dionisi e un’altra ragazza.

La figlia della donna parte civile che è stata già ascoltata durante l’incidente probatorio si è completamente disinteressata della vicenda e non è più assistita dall’avvocato Dionisi. 
La ventenne il 23 maggio 2019 ha negato con lucidità e forza qualsiasi tipo di influenza da parte del maestro Lino. Affermando di essere entrata in quel posto lucida e consapevole. «Sto seguendo un percorso karmico - disse -, nessuna violenza e nessun maltrattamento». Sulla giovane è stata anche predisposta una perizia. La mamma della ragazza che ha smosso mari e monti per salvare sua figlia è convinta del contrario.

«Mia figlia - ha detto al termine dell’udienza preliminare - è stata ed è plagiata». La donna nonostante la figlia sia stata allontanata dal maestro, continua a non avere rapporti con la figlia. Per il gip Francesco Rigato che dispose l’allontanamento del santone alla ventenne, si sarebbe trattato di uno «stato di sudditanza psicologica», in quanto l’uomo è «particolarmente abile nell’utilizzare argomentazioni di carattere religioso/esoterico per farle credere che le pratiche che la induce a porre in essere siano finalizzate a un innalzamento dell’anima».

I processo al santone di Acquapendente entrerà nel vivo solo a gennaio 2021. Pasquale Gaeta che ha sempre spedito al mittente tutte le accuse, parlando di una grande messa in scena, è assistito dall’avvocato Bruno Barbaranelli.

Ultimo aggiornamento: 15:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA