Coronavirus: ecco come ci attacca, quali sono i sintomi e le difese

Martedì 28 Aprile 2020 di Carlo Maria Ponzi
Coronavirus: ecco come ci attacca, quali sono i sintomi e le difese
Coronavirus: cos’è? Il pipistrello all’origine della pandemia? Quali sono i sintomi? Come si trasmette? Il virus chi infetta? Esistono terapie efficaci? Quando finirà la pandemia?
 
Queste e altre domande trovano esito in un agile volume “Coronavirus. Cos’è, come ci attacca, come difendersi” che sarà distribuito gratuitamente da stamane, allegato a “Il Messaggero”. Grazie a una intervista curata da Benedetta Moro, di tutto di più sul Covid-19 si addensa in 60 pagine grazie alle risposte di Maria Capobianchi, al 2000 direttrice del laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive «Lazzaro Spallanzani» di Roma e, dal 2015, del dipartimento di Epidemiologia, ricerca preclinica e diagnostica avanzata dello stesso Istituto.
 
Maria Capobianchi è assurta all’onore delle cronache insieme al suo staff che, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi pazienti in Italia (due turisti cinesi), sono riusciti ad isolare il virus “2019-nCoV”, il nuovo agente responsabile dell’infezione che ha fatto poi dichiarare all’OMS lo stato di emergenza globale, quando ancora non si ipotizzava che l’epidemia si sarebbe trasformata in pandemia.
 
Se è vero che il virus sta piegando, in termini di vittime, e trasformando completamente le nostre vite, alla domanda se e quando torneremo alla normalità, Maria Capobianchi risponde: «Non gireremo sempre con la mascherina, però le nostre vite, le nostre abitudini saranno radicalmente modificate». E ancora: quando ci vorrà per trovare il vaccino, oggetto della ricerca dei laboratori di tutto il mondo? «Probabilmente riusciremo ad avere un vaccino già entro un anno», ipotizza l’epidemiologa dello “Spallanzani”.
 
A latere dell’intervista, nel volume trovano spazio capitoli dedicati alla “Cina: verità e falsità”, alla ricerca sul virus in Italia con lo “Spallanzani” in prima linea, a “La vita nel laboratorio”; al “Futuro della ricerca”; infine alla “Donna e scienziata”. Con un’ultima domanda Benedetta Moro ha chiesto alla virologa il momento peggiore e quello migliore della sua attività. «Questo è il momento migliore. Da quando sono diventata direttore di dipartimento sono infatti all’apice della mia carriera. In questo periodo sono state tante le soddisfazioni, sono molto contenta per me e per il team, perché ho portato avanti un laboratorio che riesce a lavorare bene e a realizzare gli obiettivi per cui è stato fondato. Ha contribuito anche la stima dei colleghi, pure a livello internazionale».
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