«Costi del gas sono insostenibili». La ceramica Saturnia si ferma, 120 lavoratori in cig

Sabato 6 Agosto 2022
«Costi del gas sono insostenibili». La ceramica Saturnia si ferma, 120 lavoratori in cig

Per i costi energetici, quelli del gas in particolare, schizzati alle stelle restano a casa 120 lavoratori di un'industria ceramica della Tuscia.

Il prezzo della materia prima, passato da 0,20 euro metro/cubo a 2,40 in pochi mesi, inizia a incidere pesantemente anche nel distretto della ceramica di Civita Castellana.

Le prime aziende ad accusare il colpo sono quelle del comparto stoviglierie: la Saturnia di Corchiano, che produce porcellane da tavola dal 1966 e impiega 120 dipendenti (con una altissima percentuale di donne) dopo le ferie di agosto non riaccenderà i forni. La direzione e i sindacati di categoria Filctm-Cgil e Femca-Cisl hanno sottoscritto un accordo per la cassa integrazione dei dipendenti, che scatterà il 5 settembre e andrà avanti per 13 settimane. Si concluderà di fatto il 5 dicembre prossimo.

La causa del blocco produttivo, come è scritto sull'intesa, è quella degli insostenibili costi energetici. «Queste sono le conseguenze di una classe dirigente che non ha fatto nulla per calmierare gli aumenti, come quelli del gas ha detto il presidente della Saturnia, Luca Brunelli - che in pochi mesi hanno subito aumenti incredibili. Rialzi che di fatto hanno scatenato un incremento dei costi insostenibile per il nostro mercato interno e internazionale, dove andiamo a confrontarci con produttori stranieri (turchi e polacchi, ndr) che non hanno subito gli stessi forti aumenti e possono contenere i costi di produzione».

Per Brunelli la previsione è di «un inverno ancora più duro e difficile, perché la tendenza è quella di veder aumentare i prodotti della filiera dei nostri fornitori. Anche se la nostra speranza e quella di utilizzare la cassa integrazione solo parzialmente, per poter tornare a produrre».

Preoccupati anche i sindacati di categoria. «Siamo angosciati - dice il segretario generale Filcetm Cgil, Mauro Vaccarotti - ma per le aziende produrre con i costi attuali del gas non è più conveniente e il rischio di perdere i posti di lavoro e altissimo. Per ora andiamo avanti con gli ammortizzatori sociali, ma va dato atto agli imprenditori che per difendersi hanno provato ad accordarsi con i clienti sul prezzo dei loro prodotti, ma alla fine hanno dovuto arrendersi. A Sassuolo, dove c'è una forte presenza di produttori di pavimenti, questo problema lo hanno accusato prima di noi, non a caso sono molte le aziende in apnea. Ci si aspettava qualcosa dal Governo, ma in questi mesi non è arrivato nessun sostegno. Se la guerra continuerà nessuno può prevedere quello che accadrà e le stoviglierie sono il primo settore a pagare. Tra l'altro anche i parlamentari viterbesi hanno fatto poco: a parlare sono molto bravi».

Nel polo della ceramica viterbese sono presenti altre quattro aziende che producono stoviglierie; anche queste stanno valutando la situazione.
Ugo Baldi
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Ultimo aggiornamento: 14:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA