Venezia svela i giardini "segreti" del Palladio: il Rinascimento "green" alla Giudecca

Lunedì 30 Gennaio 2023
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Servizio di Laura Larcan - Montaggio video di Davide Fracassi / Ag. Toiati

Veniva definito come il "paradiso in terra". Una cornice speciale, di pace francescana, per godersi il panorama più inedito sulla laguna di Venezia. Lo scenario è quello di un'oasi di armonia paradisiaca, dove la natura appare addomesticata dall'estro umano, gareggiando con la nobile architettura. Intorno, fin dove si spinge lo sguardo, c'è l'acqua lagunare che accarezza le vezzose facciate e cupole veneziane. Siamo in quelli che a tutti gli effetti sono considerati i giardini segreti rinascimentali di Venezia, mai aperti al pubblico.

Un ettaro di patrimonio green, tra orti, serre, antiche officine, cappelle, laboratori di botanica, apiari per produrre miele, uliveti per ottenere l'olio gourmet. E' il tesoro, praticamente sconosciuto, della Giudecca, incastonato nell'area del convento della basilica del Redentore, chiesa famosissima di Andrea Palladio, archistar del Rinascimento veneziano, per la collezione di capolavori d'arte (primo fra tutti, il Tintoretto), e molto amata dagli stessi veneziani, cuore dell’omonima festa popolare intrisa di folklore. 

Ora grazie ad un complesso restauro e valorizzazione sta per essere svelato al grande pubblico. L’operazione rientra sotto l’egida della Venice Gardens Foundation presieduta da Adele Re Rebaudengo che spicca nei Comitati Privati Internazionali impegnati per la salvaguardia del patrimonio di Venezia, cui si deve il recupero dei Giardini Reali di Venezia. E vanta risorse per 5,5 milioni di euro grazie a fondi del Pnrr e ad una cordata di mecenati. A guidare i lavori, che andranno avanti fino alla primavera del 2024, è stato chiamato un archistar paesaggista come Paolo Pejrone (che ha anche firmato i giardini di Santa Croce in Gerusalemme a Roma).

Il progetto è molto articolato e ambizioso, che dal restauro filologico botanico e architettonico punta anche ad una nuova gestione sulla scia della concessione ventennale alla Fondazione da parte della Curia provinciale dei Frati Minori Cappuccini in accordo con la Soprintendenza del Ministero della Cultura.

Il cosiddetto Compendio diventa una realtà tutta da scoprire. I frutteti disegnano scenografi quasi selvatiche, alternandosi alle coreografie degli erbari, in attesa ora della tavolozza floreale per la stagione primaverile. La violenta "acqua granda" del 2019 (di 187 drammatici centimetri) aveva lasciato una devastazione. Il recupero è iniziato due anni fa. E ora fervono i lavori.

"Saranno messe a dimora più di 2700 esemplari di alberi e piante", annuncia Adele Re Rebaudengo. Tra percorsi green, essenze, collezioni botaniche, sentieri, e strutture architettoniche, angoli pittoreschi dove godersi panorami rarissimi. Il cortile degli ulivi dà il benvenuto abbracciando il visitatore con i suoi chiostri. Il grande giardino orto è il cuore pulsante dello spettacolo. «L'estro di Pejrone - racconta Adele Re Rebaudengo - è al servizio della storia: tornano qui le antiche pergole di tradizione veneziana: in legno di castagno avvolte da uva, rose, glicine, begonie, confezionano un percorso di 400 metri per la contemplazione e l'amabile conversazione, al riparo di calura estiva o vento invernale».

Le danze acquatiche delle ninfee in omaggio all'Oriente saranno accolte dalla grande vasca centrale, richiamo per uccelli e api. Via alla sequenza di sentieri impreziositi da ulivi, cipressi, fritti, erbe officinali e fiori. Si supera la cavana, il ricovero delle barche, e si arriva ai giardini sulla laguna, protetti dai pitosfori, dai roseti. Qui, trovano cura e dedizione le preziose arnie. «Senza dimenticare la squadra di giardinieri e giardiniere che se ne occupa con cura materna», ricorda Re Rebaudengo.

Partono i lavori, dureranno due anni, ma il pubblico potrà gradualmente seguirli ed essere aggiornati. L’aspetto particolare è che tutto è all’insegna della sostenibilità e autosufficienza con un sistema di captazione idrica. Secondo una tradizione antica di cinque secoli. ll giardino infatti è concepito per accogliere il soggiorno dell’avifauna, con mangiatoie e nidi, per coltivare e produrre piante, ortaggi, miele, olio, per ottenere energie rinnovabili e riciclare scarti organici. Il credo francescano è intatto.

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