Statali, in arrivo solo mini aumenti. Contratti fermi in attesa della manovra

Martedì 13 Agosto 2019
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La crisi di governo rischia di mandare in frantumi i progetti di rinnovo contrattuale dei 3,1 milioni di dipendenti pubblici in attesa della formalizzazione dell’accordo 2019-2021. Nella scorsa legge di Bilancio, il governo Conte aveva messo sul piatto, con uno stanziamento di 1,1 miliardi nel 2019, che saliranno a 1,4 miliardi nel 2020, ma comprensivi di una serie di voci che ne abbassano l’impatto effettivo. Ma entro la fine dell’anno Palazzo Chigi avrebbe dovuto firmare il contratto complessivo. Un passaggio che, ovviamente, rischia di essere rinviato o addirittura congelato al prossimo anno se la manovra di Bilancio dovesse saltare rendendo inevitabile l’esercizio provvisorio che impedisce nuove spese. A questo proposito, l’esecutivo, all’interno del Def, aveva indicato incrementi di stipendio dell’1,95%.

E, a conti fatti, la mossa si sarebbe tradotta in aumenti salariali tra i 40 e i 50 euro. Molti meno soldi, in pratica, rispetto al rinnovo relativo al triennio 2016-2018 con il quale il governo Gentiloni, dopo dieci anni di blocco del contratto, aveva assicurato un aumento del 3,48%. Vala a dire 85 euro di aumento medio mensile in busta paga. Occorre ricordare che nel Def sono state indicate solamente alcune voci di spesa per il nuovo contratto come, ad esempio, le risorse utilizzate per garantire al personale del pubblico impiego l’indennità di vacanza contrattuale che è stata caricata sullo stipendio di aprile 2019.
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