Lazio, il falconiere fa il saluto romano e viene sospeso. Ebrei italiani: «Via i fascisti dal calcio»

Mercoledì 20 Ottobre 2021
Video

di Daniele Magliocchetti

Il falconiere della Lazio Juan Bernabé fa il saluto romano e inneggia al Duce, furioso il presidente Lotito che lo sospende immediatamente, inviandogli anche una lettera con diffida.

Bernabé, dopo la vittoria sull’Inter, come al solito, aveva fatto il giro del campo partecipando ai festeggiamenti per il successo sui nerazzurri. Una volta arrivato sotto la tribuna Tevere si è lasciato andare un po’ troppo, festeggiando con alcuni tifosi facendo il saluto romano e inneggiando al Duce. C’è un video che immortala il momento e sta facendo il giro del web, sollevando un vero polverone.

Il falconiere indossa la divisa della Lazio, non è un tesserato ma il danno morale e d’immagine è clamoroso. Lotito e i dirigenti laziali quasi non credevano ai loro occhi subito dopo aver visto il video. Si era pensato a un allontanamento ma poi è stato deciso per la sospensione immediata con diffida: alla prossima verrà rescisso il contratto automaticamente. Il club è amareggiato e deluso perché, a suo tempo, era stata inviata una lettera a tutti i tesserati e collaboratori della società che, qualora avessero rappresentato la Lazio pubblicamente, avevano l’obbligo di attenersi a un codice comportamentale, astenendosi in modo rigoroso a ogni forma e manifestazione di tipo politico, soprattutto discriminatoria e razzista.

Nel famoso video in questione, che sta facendo il giro del web da ore, il falconiere Juan Bernabé si comporta in maniera del tutto inappropriata, venendo meno alle regole imposte dal club con la lettera in questione. Per il momento, Bernabé è stato sospeso senza alcun data e solo Lotito potrà in qualche modo riammetterlo alle manifestazioni che rappresenteranno la Lazio. Per il volo dell’aquila ci sarà un sostituto.

Il comunicato della Lazio

Con un comunicato ufficiale, la Lazio fa sapere di aver sospeso Bernabé, ribadendo che il falconiere non è un tesserato biancoceleste, ma solo un dipendente. Questo il testo della nota: «La Società Sportiva Lazio ha inviato nelle scorse settimane una lettera ai fornitori per richiamarli al rispetto del Codice Etico in vigore ed in particolare ad un comportamento pienamente rispettoso dei principi ai quali si è sempre ispirata l’attività della Società, sia nel campo sportivo che nei rapporti ordinari. Particolare attenzione è stata sempre posta sul divieto assoluto di procedere ad azioni e comportamenti di qualunque genere discriminatori sotto tutti i profili tutelati dall’art. 3 della Costituzione. Pertanto, appresa l’esistenza del video che ritrae Juan Bernabè (non tesserato e dipendente di una società esterna alla Lazio) in atteggiamenti che offendono la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira, sono stati presi provvedimenti nei confronti della società finalizzati all’immediata sospensione dal servizio della persona interessata e all’eventuale risoluzione dei contratti in essere».

Ebrei italiani: «Via i fascisti dal calcio»

«Davanti all'ostentazione di gesti e simbologie che rievocano ideali fascisti non possono esserci ambiguità e tentennamenti. Il comportamento dell'addestratore dell'aquila Olimpia emblema della Lazio, immortalato in un video diventato virale, non lascia spazio a dubbi. Si intervenga, da parte della società e dalla Federazione, con la massima urgenza. Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che dal campo si propaga in ogni piazza». Lo dice Noemi Di Segni, presidente dell'Unione Comunità ebraiche italiane, in riferimento al video in cui si vede l'uomo rivolgere il saluto romano al pubblico che grida «Duce Duce».

«Sono di destra ma non fascista»

«Sono dispiaciuto per quello che è successo, in Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta. In Italia a quanto pare è anche così, dandosi una pacca sul petto. Io sono una persona assolutamente di destra, del partito Vox in Spagna come pure tanti amici calciatori, ma non di idea fascista, non è proprio nella mia mentalità». Si giustifica così, all'Adnkronos lo storico addestratore dell'Aquila Olympia. «Sono un uomo che ha girato il mondo, che fa business in tutto il mondo e che ha rapporti con persone di tutte le razze. È stato un gesto dettato dall'impulso - aggiunge il falconiere - festeggiando il finale di una partita. Un saluto militare, mai fascista. Tuttavia va bene, queste cose fanno parte della vita, ci sono momenti brutti e belli. E questo per me è un momento brutto».

Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 00:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA