Lo chiamano smart working, ma per la nostra schiena è tutt'altro che un «lavoro agile». Alla fine di questa lunga quarantena saranno poche le colonne vertebrali che ne usciranno indenni. «Utilizzare ogni giorno postazioni di lavoro improvvisate può scatenare tutta una serie di sintomi e disturbi che da acuti possono diventare cronici», conferma Gianpaolo Ronconi, responsabile dell'Unità Degenza e Servizi di Riabilitazione della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. «Senza contare poi lo stress e l'ansia di questi giorni, tutte condizioni che molto spesso si somatizzano sulla schiena, causando dolore», aggiunge. Il principale problema rimane l'assenza di una scrivania e di una sedia ergonomica, così come la mancanza di ausili utili al mantenimento di una postura corretta. «Alla fine si rischia una limitata mobilità articolare, oltre dolore a livello del rachide lombo-sacrale, che si irradia anche agli arti inferiori, e contratture muscolari», dice il fisiatra. (Valentina Arcovio)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".