A Ioana scoppia la testa, vuole uscire a prendere le sigarette e a comprare una candela da accendere per il suo Antonio che è volato in cielo. «Lui è un angelo, adesso da lassù mi protegge». «Siamo usciti di casa verso le 8. C'era un muro di macchine purtroppo. Dopo un quarto d'ora è cominciato tutto. Antonio, credo, ha avuto uno choc anafilattico. Intorno a noi c'era tanta gente, sono scesi tutti dalle auto. Tutti volevano aiutarci, ma è stato inutile, un incubo. Non immagino la mia vita senza mio figlio». Dove stavate andando? «Al San Camillo, per un appuntamento alle 9.20 con l'allergologo. Avevo già portato Antonio per cinque volte al pronto soccorso del Bambino Gesù. L'ultima, il 2 aprile, era stato colto da una crisi respiratoria proprio mentre stava dall'allergologo, il dottore lo ha trasferito subito in pronto soccorso con l'ambulanza, dove gli hanno dato il cortisone, lo hanno stabilizzato e rimandato a casa. Io non ero tranquilla, la notte respirava sempre male e volevo il parere di un altro medico».
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