Roma, svelata la "vita segreta" dell'Appia Antica: scoperto il rione di Caracalla

Martedì 24 Gennaio 2023
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Servizio di Laura Larcan - Video di Francesco Toiati

Antiche botteghe di età imperiale, fornaci che lavoravano i metalli con il fuoco, e forni per preparare il pane, strade in terra battuta e tracce di basolati, ambienti di un imponente edificio dalle volte crollate, ma anche strutture architettoniche di millenari alberghi/ospedali dell'alto medioevo, ricoveri gestiti dalla Chiesa che accoglievano i pellegrini stranieri che entravano a Roma dal Sud, persino una gigantesca fossa scavata alla metà del Settecento per recuperare mattoni e laterizi. Quasi un libro di storia. Lo restituisce il colossale scavo archeologico che la Soprintendenza di Roma, guidata da Daniela Porro, sta conducendo dal 2021 nell'area davanti alle Terme di Caracalla nell'impresa titanica di ritrovare il primo originale tracciato urbano dell'Appia Antica del cosiddetto Primo Miglio, la strada consolare costruita nel IV secolo a.C.

che partiva, come raccontano le fonti, da Porta Capena a porta San Sebastiano. «Si tratta di uno scavo scientifico di ricerca finanziato da fondi europei - spiega Daniela Porro - Nel 2018 sono iniziate le indagini col georadar per individuare i punti di scavo. L'obiettivo è quello di trovare il primo tratto, quello urbano, dell'Appia Antica mai riportato alla luce, che verosimilmente corre ad otto metri di profondità dal piano attuale. Gli scavi veri e propri sono partiti nel 2021. Siamo di fronte ad uno scavo complesso per la presenza di falde acquifere. Sono stati intercettati due principali tracciati viari: uno risalente al II secolo d.C. e uno successivo del X secolo in terra battuta, che dovrebbero ricalcare l'Appia  e che documentano la vita e l'attività in questa area dall'età imperiale fino all'epoca moderna». Dagli strati di terra, nei vari ambienti, sono state rinvenute numerose testimonianze del passato: come una testa maschile di ritratto di giovane principe forse di dinastia Giulio claudia poi ritoccata, una rarissima moneta quadrata del VII secolo coniata dalla zecca romana per imperatore bizantino, un anello con il monogramma di Antonius del VI secolo probabilmente appartenente ad un funzionario che poteva firmare documenti con il sigillo. Una lucerne del II secolo con l'immagine a rilievo di Giove che cavalca un'aquila,  frammenti di anfore, maioliche dipinte del '500 che riecheggiano i servizi da tavola domestici e vetri. «Lo scavo si concilia con la candidatura dell'Appia Antica a bene del patrimonio UNESCO». Mentre le pompe idrovore tengono costantemente sotto controllo l'area di scavo che altrimenti sarebbe allagata dall'acqua, si sperimentano sistemi sofisticati di rilevamento tramite droni hi-tech per velocizzare i tempi di analisi delle strutture, insieme all'equipe di archeologi della Cattedra di Archeologia Medievale dell'università di Roma Tre. 

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