MESTRE - Il punto di partenza non poteva che essere il sottopasso del tram di via Cappuccina, diventato nei mesi il crocevia principale dello spaccio della città. Poi, un passaggio a quello ciclo pedonale di via Dante, altra piaga conclamata, per poi percorrere l'intera via Piave, dai giardini fino alla rotatoria con via Miranese e via Carducci. La passeggiata del questore Maurizio Masciopinto, ormai, è una routine della sera. Finito l'orario di lavoro a Santa Chiara prende la sua auto, dà appuntamento ad un paio di fedelissimi, e come quando era un guaglione agli inizi di carriera inizia un personale servizio di pattuglia. Gli altri compagni di questa passeggiata non sono certo due a caso: uno è Giorgio Di Munno, capo della squadra mobile, che ha in mano e coordina le principali inchieste e indagini della polizia sulla città, l'altro è Michele Natalicchio, giovane funzionario diventato uno degli investigatori di punta della questura lagunare. Il senso di questa scampagnata nell'area calda di Mestre? Toccare con mano la percezione di sicurezza dei cittadini e constatare di persona lo stato dell'arte della stretta sui controlli in quest'area.
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