Islanda, l'eruzione del vulcano conferma il risveglio di una lunga faglia di magma

Martedì 16 Gennaio 2024
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La recente eruzione vulcanica in Islanda, vicino al porto di Grindavik, conferma il risveglio di una lunga faglia da cui il magma potrebbe eruttare quasi improvvisamente nei prossimi anni. L'attività vulcanica sembrava essersi calmata lunedì scorso, secondo le autorità di protezione civile islandesi, il giorno dopo l'eruzione che ha colpito Grindavik sulla penisola di Reykjanes, nel sud-ovest dell'Islanda. Questa grande isola dell'Atlantico settentrionale, che è la regione vulcanica più grande e attiva d'Europa, si trova a cavallo della dorsale medio-atlantica. L'eruzione di Grindavik è la quinta in tre anni a interessare la penisola di Reykjanes.

La pausa del vulcano in Islanda è terminata

Dopo otto secoli di relativa pausa e di completa cessazione dell'attività di superficie, siamo entrati in un nuovo episodio di separazione delle placche che potrebbe durare diversi anni, o addirittura un decennio. La presenza di questo grande volume di magma vicino alla superficie ha portato a una serie di eruzioni. Le ultime due eruzioni, molto brevi e precedute da scarsa attività sismica, testimoniano che il magma è molto vicino alla superficie, pronto a eruttare. La faglia minaccia la centrale geotermica di Svartsengi, che fornisce acqua ed elettricità a circa 30.000 abitanti, e solleva l'incertezza sull'esistenza stessa della città portuale di Grindavik, costruita sugli smottamenti avvenuti 800 anni fa. «Dopo otto secoli di relativa pausa e di completa cessazione dell’attivita di superficie, siamo entrati in un nuovo episodio di separazione delle placche che potrebbe durare diversi anni, o addirittura un decennio», afferma il vulcanologo Patrick Allard, dell’Institut de Physique du Globe de Paris.
Ultimo aggiornamento: 18:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA